Un cacciatore con la passione per la caccia all’orso compra tutta l’attrezzatura necessaria e si reca nel bosco.
Si nasconde dietro un cespuglio e aspetta. A un tratto spunta un orsacchiotto, lui prende la mira, spara e lo uccide.
Tutto felice sta per raggiungere la sua preda quando sente una grossa zampa pelosa appoggiarsi sulla sua spalla. Terrorizzato, si gira lentamente e vede un orso bruno abbastanza turbato che gli dice: “Mario, per quello che hai appena fatto ti lascio due possibilità: o ti mangio lentamente tra mille sofferenze, oppure ti giri, ti abbassi i pantaloni e ti pieghi in avanti“.
Mario ci pensa un attimo e poi conclude che, avendo moglie e figli, l’unica l’alternativa praticabile è la seconda.
Viene ricoverato in ospedale per una settimana e ne esce incazzato nero.
Torna al negozio di armi e compra un fucile di precisione. Si reca nel bosco alla ricerca dell’orso bruno. Lo trova, punta il fucile, preme il grilletto e lo secca sul colpo.
Soddisfatto per la vendetta compiuta sta per allontanarsi quando sente una poderosa zampa appoggiarsi sulla sua spalla. Si gira e si trova di fronte un orso grizzly che lo fissa abbastanza alterato e gli dice: “Mario, per questo disastro hai le stesse due possibilità della scorsa settimana: o ti lasci mangiare, oppure ti abbassi i pantaloni e io t’inculo“.
Mario in fondo pensa che, avendolo già fatto una volta, la seconda non potrà essre peggio. Ma si sbaglia e, come conseguenza, si fa ben tre settimane di ospedale più una di riabilitazione.
Appena uscito corre nuovamente nel bosco armato di bazooka e gli occhi iniettati di sangue per la rabbia.
Appena vede il grizzly spara una bordata che incenerisce l’orso all’istante.
Comincia a saltare per la gioia, quando un imponente zampone gli si posa nuovamente sulla spalla: si gira incredulo e, terrorizzato, si trova innanzi un maestoso orso bianco che lo fissa e gli dice:
“Mario, di’ la verità… tu non vieni qui per la caccia…”