Sono quasi 20 anni che il Signore degli Anelli ha trovato un’adeguata e, soprattutto, completa trasposizione cinematografica1Tutti i precedenti tentativi avevano regalato al mondo soltanto opere parziali e incomplete. e, per quanto non particolarmente fedele al racconto scritto da Tolkien, è nell’insieme un piccolo capolavoro. Il mio personalissimo progetto di condensare i tre film in uno solo si è dunque protratto per la considerevole distanza temporale di quasi due decenni.
Mi rendevo perfettamente conto che avrebbe significato imbarcarmi in un’impresa titanica, perché non implicava solamente tagliare qualche dialogo o scena qui e là, ma era necessario spostare cronologicamente alcuni eventi e, soprattutto, modificare dialoghi e accadimenti per cercare per quanto possibile di tornare alla storia originale. Continuavo quindi a procrastinare, pur senza demordere.
L’occasione è arrivata con l’uscita di una nuova trilogia di pellicole dedicate allo Hobbit, il mio romanzo preferito. Qui Peter Jackson si è davvero sbizzarrito, stravolgendo tutto: storia, personaggi, eventi, motivazioni personali dei protagonisti e togliendo qualsivoglia elemento fiabesco.2Lo Hobbit ne ha in abbondanza.
Non potevo guardarlo in questa incarnazione, proprio non potevo.
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