A quanto pare, ultimamente sono un pochino ossessionato dalle prime edizioni dello Hobbit. Dopo aver acquistato la prima italiana, il facsimile della prima inglese e una autentica seconda inglese, mi è venuta un'idea.
Come sappiamo, qui da noi il romanzo di J.R.R. Tolkien è arrivato con un ritardo di 36 anni. In questo lungo arco di tempo l'autore ha apportato alcune modifiche e correzioni, in particolare in prossimità della pubblicazione del Signore degli Anelli, per rendere gli eventi più coerenti tra loro. Pertanto noi italiani non abbiamo mai avuto modo di leggere la primissima stesura.
Nei tre anni in cui è uscita al cinema la trilogia sullo Hobbit di Peter Jackson (della quale ho parlato ampiamente qui e qui), ho completamente ignorato qualsivoglia informazione a riguardo (franchise compreso).
Non l'ho fatto naturalmente per timore di spoiler — d'altra parte lo Hobbit lo rileggo almeno una volta all'anno — ma perché mi piace lasciarmi travolgere dalle emozioni tutte insieme. Tanto per dire, i primi due film li ho guardati solo la sera prima dell'uscita nelle sale del terzo capitolo.
In questo modo mi sono perso tante chicche interessanti, che ho dovuto andare a recuperare svariati anni dopo (non avevo preso molto bene l'opera di Jackson, quindi l'avevo disconosciuto per qualche tempo).
Non è calda e non è neppure una coperta, ma mi piacciono i titoli d'effetto. :)
Quando Adelphi, quasi 50 anni fa, ha pubblicato la prima edizione italiana dello Hobbit, apparentemente la qualità dei materiali non è stata la sua principale preoccupazione.
È un libro che si presenta piuttosto povero, benché appartenesse (e appartiene tuttora, visto che dal 1973 continua a essere stampato in questa veste) alla collana deluxe dell'azienda.
La copertina e (soprattutto) il dorso della mia edizione risultano alquanto disastrati, non tanto per l'integrità strutturale del volume, ma per il fatto che quello specifico cartoncino sembra essere molto sensibile al passare del tempo: ha infatti la tendenza a macchiarsi e a imbrunire facilmente, al semplice contatto con la luce. Non essendo un chimico, le mie sono naturalmente soltanto supposizioni; non so a quali torture può averlo sottoposto il precedente proprietario, però non mi è mai capitato di trovare in vendita copie, non dico perfette, ma che non presentassero analoghi problemi di scurimento.
Ho quindi deciso, fin da subito, di fabbricare una sorta di protezione intorno al libro, che gli consentisse però di "respirare".
Questo articolo contiene una serie di sopracoperte che ho creato e fatto stampare presso la mia tipografia di fiducia nel corso degli anni. Qualcuna ha un articolo dedicato, qualcuna no; perché probabilmente non c'era molto da dire in merito.
Non ho (ri)disegnato queste mappe, sono 100% opera di Christopher Tolkien.
Ma andiamo con ordine…
A differenza della travagliata storia delle mappe del Signore degli Anelli (solo quest'anno Bompiani è riuscita a includerle tutte e tre nel suo nuovo volume unico, benché piuttosto bruttine), lo Hobbit le ha sempre avute tutte, già tradotte sin dalla prima edizione.
Siccome ne avevo bisogno per un progetto di cui vi parlerò tra circa un mesetto, perché per il momento è super top secret (ora posso svelarlo, è questo), e mi servivano originali, ho cominciato a scartabellare tutte le mie edizioni italiane per trovare quelle stampate meglio.
E, indovina un po'? Le migliori in assoluto sono quelle allegate alla prima edizione italiana pubblicata da Adelphi! Sì lo so, è ridicolo: dover prendere un libro di mezzo secolo fa perché Bompiani non si è mai sbattuta per inserire mappe qualitativamente decenti nelle proprie edizioni.
E non sto parlando di piccoli dettagli visibili solo con la lente…
Per capirci, quella sopra è la mappa dell'attuale edizione Deluxe Bompiani rilegata, la versione più lussuosa esistente, attualmente in vendita a ben 30 euro. Quella sotto è la prima edizione italiana del 1973.
Premessa: ho amici scemi. Sì vabbè, abbiamo tutti qualche amico scemo, dirai. Eh… ma i miei, chi più, chi meno, sono quasi tutti scemi. E io sono più scemo di loro.
Ma non divaghiamo.
Ieri sera, il mio scemamico Dario mi manda un messaggio con un link a un articolo su Reddit nel quale un pazzo (non saprei in quale altro modo definirlo) è riuscito a comprimere il film Shrek, e a farlo stare dentro gli 1,44 MegaBytes di un floppy disk anni '90. Eh già, l'intero film.
Non ci è dato conoscere i dettagli precisi, a parte che le immagini e l'audio sono stati talmente ridotti di dimensioni da risultare appena comprensibili (ma pur sempre comprensibili). Alla mirabolante velocità di 4 frame al secondo sembra più uno slideshow che un film, ma si tratta in ogni caso di un risultato affascinante e ammirevole.
Pensavo fosse finita lì ma poi è arrivata la domanda "stai pensando quello che sto pensando io?".
Quest'anno così travagliato è ormai giunto agli sgoccioli. È tempo di alberi, presepi, auguri e regali; come tradizione, quindi, mi sono messo all'opera per realizzare qualche pensierino per amici e parenti.1Tranne quelli serpenti, che i regali non li vedranno nemmeno in foto. O forse sì, se leggeranno questo articolo. :)
Il bigliettino che accompagna le strenne è per me ancora più importante dei doni stessi, perché è qualcosa di personale: è una dichiarazione scritta dei sentimenti che proviamo, e deve giungere a segno toccando le corde del cuore. Per questo motivo preferisco crearlo a mano ogni Natale. Questa operazione mi porta via alcuni giorni ma, siccome i regali li acquisto nel corso dell'anno (quando trovo qualcosa che è perfetto per qualcuno), è l'unica incombenza che mi rimane prima di stappare lo spumante e tagliare il panettone.
Adoro i libri popup; quelli che, quando li apri, ti spunta un vero castello davanti agli occhi. O un drago, o un paesaggio montano, oppure una battaglia. Ecco, in questo 2020 volevo qualcosa di treddì.
Mi sono messo quindi a sperimentare, come sempre con righello, taglierino e un sacco di carta…
Questo articolo è superato. La mappa è stata sostituita da una più recente. Ho deciso di tenerlo perché contiene informazioni che ritengo comunque interessanti.1Maggiori informazioni sugli articoli antiquati.
Tutte le volte che finisco un progetto, non lo archivio veramente. Ogni tanto ci torno sopra e cambio qualcosa. Magari un piccolo dettaglio, magari una parte o, capita più raramente ma capita, lo rifaccio completamente.
Questo 2020, avaro di buone notizie ma prodigo di mappe, mi ha regalato la possibilità di fare molta pratica; e, seppur limitatamente alle mie modeste qualità artistiche, di migliorare la tecnica. Le più recenti evoluzioni cartografiche mi hanno spinto a guardare indietro e osservare con maggior spirito critico i miei passati lavori. In particolare la prima mappa che ho disegnato, ormai nove mesi or sono, e che ha dato il la a tutto quanto.
Questo articolo andrà ad integrare il vecchio, ma non lo sostituirà. Per affetto più che altro, perché continuo a voler bene anche alle prime incarnazioni dei miei disegni.
Credo che non avrò mai le possibilità economiche, o la follia, o il permesso di Mian, o il coraggio di acquistare una prima edizione inglese dello Hobbit, pubblicata nel lontano 1937 in sole 1.500 copie1Molte delle quali sono andate perdute nel tempo e in un grande incendio nel magazzino di Allen & Unwin. :(
Dovrò accontentarmi e farmi andar bene la mia facsimile edition, che non sarà del tutto originale, ma ne è una copia esatta al 100% 95%.
E allora? E allora, dopo la prima italiana di alcuni mesi fa, mi sono comprato una seconda edizione, originale, inglese. Si tratta di una dodicesima impression del 1961, per cui non propriamente rarissima (anche se ne sono state stampate solo 2.500 copie), ma, ehi, è pur sempre una seconda edizione!2Una piccola curiosità: questo libro è una seconda edizione perché c'è scritto nella pagina delle informazioni (vedi sotto). Ma, parlando recentemente con un collezionista inglese, alcuni ritengono che è possibile anche definirla una "prima edizione, dodicesima impression". Sinceramente mi sembra una forzatura (leggi → cazzata), però è anche vero che la impression (una sorta di ristampa) si riferisce sempre alla prima edizione.
Potrei dire semplicemente "ho una dodicesima impression" oppure, se devo proprio aggiungere questo termine perché suona figo, sarebbe forse più corretto dire una "ottava impression della seconda edizione".
O forse no.
La verità è che le case editrici inglesi un tempo facevano dei casini assurdi. :D
Ma perch… ma com… ma se avevi det…EH LO SO! L’avevo detto.
Inizialmente sarebbe dovuta essere una mappa, nello specifico una versione più grande delle tre mappe in formato A2 che ho realizzato alcune settimane fa. L'intenzione era di crearne una gigantesca in formato A01Che è quattro volte le dimensioni di un A2 e otto volte quelle di un A4; in pratica l'equivalente di un tavolo da cucina., che includesse sia la nomenclatura classica (Alliata/Principe) che quella nuova (Fatica).
Mancava un'ultima mappa per completare il trittico della topografia della Terra di Mezzo, e dunque eccola qui. Anzi, siccome questa volta ho voluto fare lo sborone, ne sono arrivate addirittura tre in un colpo solo!
Ma andiamo con ordine; e con un dovuto, piccolo riassunto.
Quando nel lontano 1954 è stato pubblicato in Inghilterra il Signore degli Anelli, J.R.R. Tolkien ha voluto corredarlo di tre mappe, disegnate dal figlio Christopher, con l'intenzione di aiutare il lettore a orientarsi meglio all'interno delle vicende narrate.
Dopo essermi cimentato nell'impegnativa interpretazione del Contratto da Scassinatore dello Hobbit di Peter Jackson, ho deciso di fare trentuno e replicare invece quello originale, con cui Thorin Scudodiquercia e compagni assoldano Bilbo Baggins all'interno dell'omonimo libro.
Si tratta in realtà di una breve lettera scritta in Tengwar, la lingua più diffusa nella Terra di Mezzo. E la calligrafia appartiene a Tolkien stesso, che si era creato una copia per proprio diletto. L'ho estratta dalle pagine di un libro (l'Arte dello Hobbit), ripulita e riprodotta su cartoncino.
Dal 1° giugno al 28 ottobre del 2018 si è svolta a Oxford quella che molto probabilmente è stata la più grande mostra dedicata a J.R.R. Tolkien e alle sue opere.
Ho sempre amato lo Hobbit e il Signore degli Anelli sopra ogni altra cosa ma non ho mai sentito la necessità di ampliare le mie conoscenze riguardo il loro prolifico autore. Certo, ho letto il Silmarillion (lo sto, tra l'altro, rileggendo in questi giorni) e tutti gli altri suoi racconti, ma non mi sono mai addentrato all'interno del suo mondo, e delle ragioni che l'hanno spinto a crearlo in maniera così credibile.
Fino a quest'anno quando, divertendomi a disegnare qualche mappa, mi è improvvisamente scoppiata la voglia di saperne il più possibile. Tagliando corto, la mia scarna libreria si è ampliata a dismisura con volumi interessantissimi, incentrati sulla biografia, i linguaggi, la Terra di Mezzo e le sue creature.
Uno di questi è Tolkien: Maker of Middle-Earth, un meraviglioso table book (ovvero un tomo di dimensioni così considerevoli che va letto appoggiato a un tavolo o una scrivania) stampato apposta per la mostra di cui sopra, e che racchiude tutto il materiale che è stato mostrato a Oxford. L'esibizione me la sono persa perché non ne avevo proprio sentito parlare ma adesso, invece di mangiarmi le mani, posso felicemente sfogliare questo immenso volume e far finta di essere là. Non è la stessa cosa, naturalmente, ma è documentato così bene da non farmi rimpiangere la lunga coda per accedere alla Weston Library in una piovosa giornata inglese.
Quando ho realizzato il Contratto da Scassinatore (per via di varie vicissitudini e inesperienza ci ho impiegato circa una settimana), ho giurato a me stesso che mai più mi sarei imbarcato nell'impresa di crearne un altro.
E infatti, siccome sono un uomo di parola, negli ultimi due giorni è proprio quello che ho fatto: sono stato contattato da un ragazzo, come me grande amante di Tolkien, a cui sarebbe piaciuto averne una copia (mi auguro lo utilizzerà in modo legale, e solo con Hobbit di comprovata moralità) e ne ho apprezzato l'entusiasmo. Che poi è la stessa passione che ha spinto me a intraprendere questo simpatico progetto.
Ho deciso così di tenere un piccolo diario di costruzione, per mostrare il lavoro che c'è dietro e fornire un aiuto visivo a chi volesse cimentarsi nella stessa impresa.
Esiste una versione più recente di questa mappa, puoi trovarla qui, ma ho deciso di tenere anche l'articolo sulla vecchia, perché contiene informazioni più dettagliate su come è nato il progetto. È quindi consigliabile leggere prima il presente articolo e poi passare all'altro.1Maggiori informazioni sugli articoli antiquati.
Quando stavo cominciando a pensare di aver terminato la riproduzione di tutte le mappe della Terra di Mezzo che mi interessavano, come un fulmine a ciel sereno ne è comparsa una dallo stile molto cartoonesco (o, oserei dire, hobbitesco), di cui non ero a conoscenza.
Si tratta di un disegno, a opera del bravissimo Francesco Bisaro, che appare solamente nella versione italiana DeLuxe del Signore degli Anelli, quella illustrata da Alan Lee, e al momento introvabile come il Gronchi rosa (infatti non ce l'ho ora sì):
A mia disposizione avevo soltanto questa foto a bassa risoluzione presa da un'asta Ebay (è così che l'ho scoperta) ma, grazie alla cortesia di alcuni amici del gruppo Collezionisti Tolkieniani Italiani di Facebook (in particolare Giovanna Licata e Matteo Callegari), sono riuscito a ottenere alcune foto più dettagliate; e da quelle ho cominciato il lavoro.
*** CALCOLI *** Totale libri illeggibili: 7. Totale libri leggibili: 85. Calcolo libri da leggere: totale leggibile – letti = 85-46 = 39 Calcolo percentuale progresso: letti*100/totale leggibile = 46*100/85 = 54,1%.
Introduzione
Non mi sono mai ritenuto un collezionista, sono sempre stato immune da serie complete, collane di libri a puntate, album di figurine e in generale, come lo definisce qualcuno, dal completismo.
Ho decine di robottoni anni ‘80-‘90-‘00 assortiti a caso, i set Lego più disparati uno vicino all’altro senza alcuno schema logico e una serie di scaffali con libri che sembrano estratti da un bambino bendato durante una pesca di beneficenza.
Tutto quello che ho è perché mi piaceva e lo volevo. Per questo la mia "collezione" di libri e gadget è quanto più eterogenea ci possa essere e ho oggetti comunissimi ai quali dò un valore sentimentale più alto di altri che vengono ritenuti ben più rari e preziosi. Non mi interessa il costo di un oggetto, perché, se mi piace, non lo venderò mai.
Ma non voglio tirarla lunga come mio solito, lo scopo di questo post è semplicemente elencare tutto quello che possiedo sulla Terra di Mezzo, quello che è in arrivo e quello che sto cercando e mi auguro di riuscire a trovare in futuro.
Ho quattro scaffali della mia libreria con libri di (e su) Tolkien: il primo è interamente dedicato alla mia passione, lo Hobbit; il secondo contiene le edizioni del Signore degli Anelli; Il terzo, nella parte sinistra, l'arte della Terra di mezzo e a destra i racconti. Nel quarto scaffale ci sono libri sulla cartografia di Arda e tutto ciò che concerne lo studio delle opere di J.R.R.
Un piccolo libro popup che riproduce le scene più caratteristiche dello Hobbit, illustrate da John Howe.
Non è dotato del sorprendente dinamismo tipico dei libri di Matthew Reinhart, ma è forse l'unico popup dedicato a Tolkien. Pertanto mi fa molto piacere possederlo.
Nonostante in generale abbia una qualità pari al nuovo, c'erano un paio di punti in cui presentava degli strappetti (prontamente riparati). Sfortunatamente c'è molta tensione in alcuni meccanismi del libro e alla lunga alcuni elementi sono destinati a soccombere. Del resto ha più di vent'anni ed è stato un regalo, pertanto non ho nulla da recriminare. :)
Un libro meraviglioso, pieno di note che, accompagnando la lettura del racconto, forniscono una marea di informazioni sulle diverse versioni del testo, eventi che hanno ispirato l'autore, disegni e illustrazioni internazionali e altre interessanti curiosità.
Si è trattato di un ripiego quando mi sono rotto le palle di inseguire l'introvabile edizione italiana (che all'epoca non era affatto introvabile ma veniva venduta al triplo del prezzo di copertina e la cosa mi infastidiva). Pagato una ventina di euro si è dimostrato qualitativamente superiore ed esente dai numerosi errori contenuti nella controparte di Bompiani. Una delle migliori spese mai fatte.
Non so nulla di questo libro e non conosco Michael Hague.
Ma, cercando un po' online, e chiedendo informazioni ad amici collezionisti, sembrerebbe un'opera ricca di magnifiche illustrazioni a pagina intera. L'ho trovato per davvero pochi euro, per cui non me lo sono lasciato scappare.
La storia di questo libro è curiosa. Una giovane disegnatrice inglese ha avuto la brillante idea di illustrare Lo Hobbit e ha spedito alcuni disegni ad HarperCollins (la casa editrice che detiene i diritti delle opere di Tolkien).
Il progetto è piaciuto così tanto che è stato immediatamente pubblicato in numerose edizioni: questa è la versione Deluxe cinese, che sono riuscito a reperire mentre mi trovavo in Asia.
Ho acquistato questo libro in un periodo in cui non seguivo molto Tolkien, ma ero rimasto ipnotizzato dai meravigliosi (e numerosissimi, almeno uno per pagina!) disegni che accompagnano il testo.
L'ho pagato tra l'altro una stupidata, intorno agli 11 euro. Oggi comincia a essere difficile da trovare e il prezzo si è alzato di conseguenza, ma ritengo sia una delle più belle edizioni illustrate mai stampate.
Una splendida edizione DeLuxe con cofanetto realizzata da Houghton Mifflin Harcourt nel 1973.
È dotata di una copertina con trama verde in rilievo e decorazioni dorate. All'interno il testo è di colore nero con titoli e altri dettagli in verde, così come le mappe e le immagini.
Un'edizione DeLuxe con cofanetto realizzata da Houghton Mifflin Harcourt in occasione dei 50 anni dalla pubblicazione de Lo Hobbit nel 1987 (anche se la mia è una seconda stampa del 1991).
È simpaticamente complementare alla precedente: questa volta la copertina ha la trama dorata in rilievo e decorazioni verdi. All'interno il testo è di colore nero con titoli e altri dettagli in giallo, così come le mappe e le immagini.
Una meravigliosa edizione deluxe pubblicata da Harper Collins nel 2004.
Denominata "l'edizione definitiva" è stampata con materiale pregiato, ha la mappa di Thrór ripiegabile e numerosi disegni di J.R.R. Tolkien. Diciamo che è la versione moderna delle due precedenti edizioni verde e oro.
I libri realizzati dalla Folio Society sono tra i più belli in assoluto.
Sono noti sia per l'alta qualità dei materiali che per la maniacale cura con cui vengono realizzati. Si avvalgono principalmente di illustratori alternativi rispetto ai classici HarperCollins (Alan Lee, Ted Nashmit, ecc.) e sono caratterizzati da copertine scintillanti e variopinte. La contropartita è un prezzo piuttosto elevato, ragion per cui ho sempre cercato di girar loro alla larga; ma con Lo Hobbit non ce l'ho proprio fatta.
Possiedo anche una sesta edizione del 1979 in condizioni immacolate. L'ho acquistata perché l'ho trovata a un prezzo ridicolo e perché penso sia una delle edizioni più belle dl lo Hobbit. Inoltre, fino al 1982 le mappe interne sono stampate su fogli ripiegabili e sono di una bellezza straordinaria.
Un'edizione ucraina de Lo Hobbit. Non c'è un motivo particolare per cui mi sento così attratto dai libri sovietici, sarà per la marzialità del loro aspetto, o magari per la similarità tra il cirillico e le rune naniche.
Dubito che imparerò mai l'ucraino ma… hai visto mai?
Esiste una versione de Lo Hobbit tradotta in latino. Purtroppo non nello stile romano ma molto alla lettera, a partire dal testo inglese. Non che mi aspetti, non solo di cogliere questa velata differenza, ma anche solo di riuscire a capirci qualcosa visto le mie lacunose nozioni del liceo.
Ma un tentativo lo devo fare sicuramente. Dai, cavolo… lo Hobbit in latino! :)
Settima edizione
Aggiunto alla libreria: 14 mag 2020
Хоббит (edizione russa)
J.R.R. Tolkien
No, voglio dire, un libro de Lo Hobbit con Gimli e Merry in copertina?
Lo voglio!
Assolutamente!
Prima edizione
Aggiunto alla libreria: 20 mar 2020
Lo Hobbit (edizione "Ronald Tolkien")
J.R.R. Tolkien
Una particolarissima prima edizione scolastica del 1986, che presenta numerose note all'interno del testo per facilitare la lettura ai bambini e un'appendice finale con domande relative alle vicende dei vari capitoli. Note non del tutto corrette però: gli Elfi, ad esempio, sono definiti come "genietti dell'aria, propri della mitologia germanica, che vivevano per lo più nella foresta".1A dirla tutta, comunque, prima di Tolkien, che ha ridefinito molte razze della mitologia fantasy, gli Elfi erano davvero una sorta di fatine del bosco; però, ci si aspetta che, chi ha redatto le note di questo libro, lo abbia almeno letto!
Ma la caratteristica più curiosa è rappresentata dal nome dell'autore: Ronald Tolkien. Una sbadataggine poi corretta nelle successive ristampe, ma che rende questa edizione praticamente unica.
Questo Hobbit l'ho adottato. Una decina di anni fa il Conad vicino casa ha avuto un problema al tetto, è piovuto dentro, si è allagato e ha dovuto buttare un sacco di roba. Questo libro ha resistito strenuamente sul proprio scaffale, nonostante avesse bevuto così tanta acqua da essere diventato un pesce palla, coi fogli ondulati in ogni direzione. Ovviamente a nessuno interessava acquistarlo, perché faceva davvero pena.
Io l’ho comprato proprio per quel motivo. :)
Col tempo, stando nella libreria sotto la pressione di altri volumi, ha riacquistato una forma più che accettabile.
Anche questo l'ho comprato in un periodo di astinenza della versione rilegata. È interamente in bianco e nero, i font sono un po' piccoli ma contiene tutte le informazioni (e gli errori) del fratello maggiore a un costo di poco più di una decina di euro.
Si tratta della versione economica dello Hobbit di Adelphi (quella azzurra, in vendita ancora oggi, è considerata Deluxe). Non ha nulla di particolare, e in effetti anche la stampa è un po' mediocre, ma l'ho trovata a 4 euro (spedizione compresa) e l'ho presa. :)
A livello qualitativo questo libro è abbastanza scadente. Ma è il mio primo libro, quello che mi ha fatto nascere l'amore per il fantasy e per Tolkien, per cui sentimentalmente è in cima alla piramide.
Mi sono divertito a ipotizzare come sarebbe stata una pubblicazione della prima edizione UK completamente in italiano. Già che c'ero ho analizzato tutti i cambiamenti e le revisioni che il testo ha subito nel corso degli anni e le ho riportate all'interno di note.
Si tratta del cofanetto lenticolare rilasciato nel 2018 in occasione degli 80 anni dalla pubblicazione dello Hobbit e contiene una copia esatta della prima edizione inglese del 1937 (errori ortografici compresi).
La particolarità riguarda il capitolo in cui Bilbo trova l'Anello, che è narrato in modo differente rispetto alle edizioni attuali (che sono state modificate da Tolkien per rendere gli eventi coerenti col Signore degli Anelli).
Ironicamente anche questa è una prima edizione, anche se un pelino meno pregiata, ma contiene materiale molto interessante, tra cui una mappa con rune che appaiono in controluce, un CD con registrazioni della voce di Tolkien e un piccolo libretto con la storia sulla nascita dello Hobbit.
Una splendida edizione nipponica dello Hobbit, che riprende la meravigliosa copertina di J.R.R.
Nonostante le due mappe nei risguardi siano in inglese sono comunque presenti, all'interno del libro, quelle in giapponese. La formattazione delle immagini è curiosa perché spesso sembrano non accontentarsi di una singola pagina ma sforano parzialmente in quella adiacente.
Non sono impazzito. Non comincerò a creare centrotavola, sottobicchieri, magliette o tazze con le mappe, ho solo fatto di necessità virtù: ho realizzato sei segnalibri. :)
È semplicemente accaduto che, in questo periodo di tensione generale e reclusione forzata ai domiciliari2A causa della diffusione del virus, lo specifico perché magari, fra tre anni, non ce ne ricorderemo più (speriamo!)., mi sono ritrovato a leggere ben sei libri contemporaneamente e sono rimasto a corto di cartoncini segnapagina.
Così, invece di utilizzare post-it, fogliacci, scatole della pizza o la coda del gatto, ho deciso di ridurre e modificare alcune delle mie mappe e stamparle su cartoncino ondulato, in modo che potessero rendersi utili in altri modi che non fossero il semplice orientarsi all'interno della Terra di Mezzo.
Gli editori italiani, tuttavia, hanno sempre preferito includere solo l'ultima, non so se per pigrizia (molti luoghi dovevano essere necessariamente tradotti) o per risparmiare qualche lira/euro/moneta nanica.
La mia nuova missione, quindi, ha vertuto (come suona male, sembro Fatica) sul farmi da solo tutto ciò che mancava, per cui eccomi qui a parlare della seconda mappa, ovvero il dettaglio delle regioni di Rohan, Gondor e Mordor, nelle quali avviene buona parte delle vicende narrate nella seconda parte del libro.
J.R.R. ha scritto il Signore degli Anelli prevedendo l'inclusione di numerose mappe (cinque mi pare, almeno inizialmente), per consentire ai lettori di seguire agevolmente gli spostamenti dei numerosi personaggi.
Alla pubblicazione del libro, il 29 Luglio del 1954, queste si sono ridotte a tre, e hanno sempre fatto parte di tutte le edizioni inglesi e americane (e, probabilmente, anche in altre lingue):
Indovina un po' come è andata qui da noi? Esatto, ce ne siamo beccati soltanto una, l'ultima; bellissima e onnicomprensiva, però troppo poco dettagliata sulle corte distanze. E infatti, ogni volta che rileggo il SdA, mi perdo buona parte delle meraviglie della prima parte del viaggio.
Non più. Ho deciso che così non va bene; anche perché è vero che online le mappe mancanti si trovano facilmente, ma poi i nomi sono tutti differenti e si perde più tempo a capire cosa è cosa invece di partire zaino in spalla con Frodo (o sul dorso di un pony insieme a Bilbo).