C'è stato un tempo in cui il compianto iTunes era in grado di gestire le suonerie personalizzate sul telefono. Si copiava un file audio nell'applicazione e lo si trasferiva con un click. Poi iTunes è andato in pensione, è arrivato Music – che è comunque sempre il vecchio iTunes, con un nome e un'icona differenti e tutti i suoi bug – e, come da tradizione Apple, molte funzioni sono state abbandonate.
Oggi, cercando il modo di gestire queste benedette musichette, si trovano soltanto applicazioni a pagamento di dubbia provenienza, che richiedono l'accesso al dispositivo e non si sa esattamente cosa facciano.
Non andrò molto sul tecnico, perché non ne so molto nemmeno io e non è importante ai fini di questo articolo. Per farla breve ci sono applicazioni che, una volta installate, possono aggiungere delle cosiddette "estensioni di sistema" a MacOS: si tratta di "applicazioni" speciali che partono all'avvio del computer e svolgono determinati compiti senza che l'utente ne sia a conoscenza (non è una cosa negativa, un antivirus per esempio può verificare i file in tempo reale senza che qualcuno possa interferire).
Non possono essere chiuse né eliminate, perché operano con privilegi di root, ovvero una sorta di super amministratore del sistema operativo, superiore a quello dell'utente. È una sorta di dio del sistema operativo, le cui decisioni sono definitive e incontestabili. Ma, e questo è il vero problema, sono protette dal SIP (che vedremo più avanti), per cui non è possibile in alcun modo cambiarne il proprietario.
Questo articolo un po' tecnico spiega come rendere accessibile in rete la cartella delle applicazioni dei NAS Synology.
Il problema
Sono un utente Drobo di lunga data. Come molte altre unità Network-attached storage (da cui l'acronimo NAS) permette l'installazione di applicazioni di terze parti. Il vantaggio è che in questo modo si possono svolgere applicazioni senza il bisogno di tenere acceso il computer.
Un esempio può essere la conversione di filmati tramite l'utility Handbrake, oppure configurare un proprio sito web locale sempre online, o anche installare un client torrent e così via.
Può capitare, però, che alcune di queste applicazioni non abbiano una vera e propria schermata di configurazione e si renda necessario accedere manualmente ai file di configurazione.
Ho recentemente affiancato al vecchio Drobo 5N un performante DS718+ e sto cercando di configurarlo come NAS principale.
Drobo, da sempre, consente l'accesso diretto via rete alla cartella delle applicazioni. Il Synology no, per politiche interne.
questo articolo è molto vecchio. Anche se molto probabilmente sarà ancora valido, ci tengo a precisare che la nuova applicazione di Broadlink è adesso in grado di creare autonomamente le macro, per cui si può fare tranquillamente a meno (anzi, è altamente consigliabile) dell'applicazione e-control.
Sono finalmente riuscito a sostituire tutti i telecomandi di casa con la mia bellissima voce, grazie a un piccolo dispositivo da pochi euro e quel cazzone di Google Home, al quale ho finalmente trovato un'impiego che possa giustificarne la spesa.
Con il moltiplicarsi di dispositivi comandabili in giro per casa, Logitech è stata un vero e proprio salvavita con la sua gamma di telecomandi universali. Si configuravano in pochi minuti (beh, inizialmente ci si combatteva parecchio, poi il software è via via migliorato) e in breve tempo divenivano insostituibili.
Questo fino a pochi anni fa, quando la casa svizzeraCuriosità: c'era un manager italiano dell'Olivetti tra i suoi fondatori. ha deciso di accantonarne la commercializzazione, almeno nel nostro paese. I modelli sono diventati più rari, complessi e costosi. E con un'autonomia ridicola, a causa dei giganteschi schermi a colori per niente necessari alla bisogna.
La notte scorsa si è verificato uno di quegli eventi a cui si assiste una sola volta nella vita.
Le eclissi lunari non sono affatto rare, ce ne possono essere fino a 3 ogni anno. Ciò che ha reso unica questa, però, è il fatto di essere durata ben 3 ore e 55 minuti: in tutto il XXI secolo non ce ne sarà un’altra così lunga. Quella record del secolo precedente (occorsa il 6 luglio 2000) è durata soltanto 1 ora e 47 minuti. La prossima, di simile persistenza, avverrà fra oltre 100 anni.
L'Amazfit Bit è un piccolo gioiellino. A una frazione del costo dei fitness tracker più rinomati offre un'autonomia infinita, un grande display always on, un GPS integrato e una discreta integrazione con lo smartphone.
È inoltre possibile personalizzarlo con diversi quadranti aggiuntivi, denominati watchface. Il telefono ne ha una decina preinstallati — alcuni accettabili, altri orripilanti — a cui se ne aggiungono ulteriori dieci tramite l'applicazione ufficiale Mi Fit.
Esistono tuttavia migliaia di quadranti di terze parti, creati perlopiù da entusiasti utenti dello smartwatch. Fino a poche settimane fa, però, solo gli utenti Android potevano installarli, perché sul fronte iOS c'era la desolazione di Smaug.
Sentiamo spesso nominare la costante di Planck — solitamente in relazione alla meccanica quantistica — ma, anche consultando Wikipedia o altri siti a sfondo scientifico, difficilmente riusciamo a ottenere risposte chiare e comprensibili sui concetti complessi, in particolar modo se non possediamo una laurea in fisica.
Proviamoci allora, anche se occorre prendere l'argomento un po' alla lontana…
Questo articolo è di carattere tecnico, serve a me per ricordarmi la struttura del codice degli elementi utilizzati nel sito.1SDK sta per Software Development Kit. Ignoralo pure, oppure fatti un bel trip gratuito e molto colorato. :)
Ogni oggetto è composto da miliardi di atomi, ogni atomo è costituito da elementi più piccoli: elettroni orbitanti intorno a un nucleo di protoni e neutroni, a loro volta formati da elementi ancora più piccoli chiamati quark. Secondo la teoria delle stringhe la catena non si interrompe qui. Esisterebbero infatti particelle infinitamente piccole, una sorta di filamenti di energia chiamati, per l'appunto, stringhe che, vibrando a frequenze differenti, conferirebbero alle particelle le loro proprietà distintive quali carica e massa.
Questa idea — implicando che tutto ciò che esiste, forze della natura e materia (atomi, elettroni, quark, particelle radioattive, fotoni, gravitoni, ecc.), nasca da una stessa entità — risolve il perenne conflitto tra l’immagine caotica e imprevedibile che la meccanica quantistica attribuisce allo spazio subatomico e l’immagine lineare dello spazio su larga scala fornito dalla teoria della relatività. In pratica la teoria delle stringhe disciplina, almeno in parte, il caos della meccanica quantistica, quanto basta affinché la teoria dei quanti e la relatività generale possano coesistere.
La fisica quantistica, denominata anche meccanica quantistica, è una teoria fisica che studia il comportamento della materia a livello atomico e subatomico.1In soldoni, si occupa di elementi molto piccoli, come gli atomi, gli elementi che compongono gli atomi (protoni, neutroni, elettroni), gli elementi che compongono i componenti degli atomi (quark), e così via.
È stata ipotizzata e in seguito teorizzata dal fisico tedesco (e vincitore del premio Nobel nel 1918) Max Planck nel 1901 per supplire alle carenze della meccanica (fisica) classica le cui leggi, se applicate a elementi microscopici, non risultavano più valide.
Alla fine dell'Ottocento si pensava, infatti, di aver compreso i principi fondamentali della Natura. Gli atomi erano i "mattoncini" con cui era costruito il mondo, le leggi di gravitazione universale di Newton spiegavano il moto dei pianeti e di tutti gli altri corpi, l'Universo intero sembrava funzionare come un gigantesco orologio. Ma, nei primi decenni del Novecento, uno studio più approfondito dell'atomo e dei suoi componenti ha dato origine alla teoria dei quanti che, facendo perdere gran parte delle certezze su cui si basava la fisica classica, ha gradualmente fatto comprendere che la conoscenza della realtà era ben lontana dall'essere completa.
Viviamo in un periodo di grandi scoperte e teorie interessanti, ma nessuno ce le spiega. Pertanto, per molti di noi, rimangono concetti astratti, di cui conosciamo il nome ma non la sostanza. Con questo articolo vorrei dare il via a una serie diguide velocisu molti temi che vorremmo conoscere ma che, purtroppo, nemmeno da Google riusciamo a ottenere risposte semplici e immediate.
Partiamo con la teoria della relatività che, in realtà, sono due. :)
Una delle più grandi comodità di OS X è la possibilità di poter regolare il volume di sistema tramite tre appositi bottoni presenti sulla tastiera. Una delle più grandi (e gravi) mancanze di OS X è l'impossibilità di gestire il segnale audio nel caso di un collegamento HDMI.
Questo articolo potrebbe essere ancora valido, come potrebbe non esserlo. Non utilizzo più il Drobo con il protocollo NFS, per cui ignoro se la procedura descritta funzioni ancora. Molto probabilmente sì, ma non sono (più) in grado di verificarlo.1Maggiori informazioni sugli articoli antiquati.
Aggiornamento: 5 Agosto 2015
L'articolo si riferisce a una vecchia versione dell'utility NFS, la 1.2.8. Recentemente ho installato una nuova versione, denominata NFSv3 (1.3.2). Ora non so se sia opera dello stesso autore e quindi se sia o meno un aggiornamento della precedente. C'ho litigato un bel po' per farla funzionare e in questo momento non ho voglia di indagare. In ogni caso la procedura di installazione è la stessa, con le seguenti differenze:
Probabilmente non cambia nulla ai fini pratici rispetto all'altra stringa, forse qualche trascurabile dettaglio nei privilegi, ma così l'ho trovata (modificando naturalmente il path alla mia partizione Drobo) e così funziona, per cui non indago oltre.
Una delle più interessanti e meno conosciute caratteristiche del Drobo è che è una scatoletta basata su sistema operativo Linux. Questo significa che è in grado di fare ben più che tenere i nostri dati importanti al sicuro; può all'occorrenza svolgere i lavori di un piccolo computer grazie alle DroboApps, una serie di utili addons che possono essere installati in pochi minuti. Alcuni esempi possono essere un client torrent, un media server, un programma che tiene sincronizzate le informazioni importanti con siti come Dropbox o Copy, senza il bisogno di tenere il nostro computer costantemente acceso.
Oggi vi spiegherò come abilitare il protocollo NFS.
Anno zero rappresenta uno spartiacque tra i post che sono nati su questo blog e quelli che provengono da altri luoghi e da epoche più remote.1E, già che ci sono, ne approfitto per spiegarti il funzionamento del sito, e pure come navigarlo al meglio, alé!
Eh? Che cavolo hai appena detto?
Nel corso degli ultimi quindici anni ho avuto numerosi altri blog più o meno longevi, e alcuni post mi stanno particolarmente a cuore per cui me li sono portati dietro. Però, siccome ho mantenuto la data di pubblicazione originale, invece di apparire come nuovi articoli sono finiti dietro. Sarà quindi necessario muoversi a ritroso per leggerli e la pagina che stai leggendo è il punto di partenza ideale.
Ok, ora è più chiaro. Ma come navigo in modo efficiente?
In fondo a ogni articolo (al di sotto degli articoli correlati), ai lati della pagina, sono presenti due grandi bottoni quadrati:
Quello a sinistra ti porterà nel passato, ovvero agli articoli cronologicamente precedenti alla nascita di questo blog, il bottone a destra ti consentirà di viaggiare nel futuro.2 Normalmente i due bottoni mostrano l'articolo precedente e, se presente, il successivo.
Parlami della navigazione e dell'accessibilità
Alcune funzionalità del sito possono essere attivate tramite scorciatoie da tastiera.
Bla bla tecnico
Ho implementato due sistemi differenti ma in qualche modo integrati tra loro: accesskey e scorciatoie dirette tramite codice Javascript.
In sostanza, premendo una determinata combinazione di tasti più una lettera, è possibile saltare direttamente a una precisa sezione o articolo del sito.
Le accesskey sarebbero un sistema eccezionale, se non avessero due grandi difetti:
Prevedono spesso la pressione di tasti scomodi da raggiungere, rendendo l'operazione difficoltosa.
Variano da browser a browser, non c'è uno standard chiaro: ogni singolo browser esistente al mondo prevede una propria combinazione di tasti per richiamarle, rendendo il tutto confusionario e davvero poco attendibile.
Per dire, con Chrome e Safari su MacOS (che è la combinazione che uso io) è necessario premere i tasti ⌃ (Control) e ⌥ (Option) più la lettera richiesta. Con lo stesso browser e Windows si usa ALT; ma, in alcuni casi, è necessario premere anche ⇧ (Shift). Capisci bene che la coerenza va a farsi benedire. Inoltre WordPress sembra avere grossi (ma davvero grossi) problemi con le accesskey, tanto che spesso non vengono nemmeno inserite nella pagina HTML.
Così ho deciso di sovrapporre alle normali accesskey un nuovo layer che mi consenta, inoltre, di poter utilizzare tasti non consentiti, come le frecce, che per me sono di importanza fondamentale.
Ciò significa che, se come me usi MacOS e Chrome, ti basterà premere ⌃ + ⌥ + lettera e infischiartene se partirà una accesskey o una scorciatoia Javascript. Se invece utilizzi una combinazione di sistema operativo e browser differenti, sarai costretto a utilizzare il link sopra per scoprire qual è la pressione di tasti necessaria.
Di fatto, comunque, ⌃ + ⌥ + lettera funzionerà anche col tuo browser, ma sarà limitata alle combinazioni "valide ovunque" indicate qui sotto. Le accesskey non funzioneranno.
Tasti validi ovunque
⌃+⌥ +H— Home page
⌃+⌥+←— Articolo/Pagina precedenti ⌃+⌥+→— Articolo/Pagina successivi ⌃+⌥+↑— Vai all’inizio della pagina3Occorre tenere i tasti premuti. Non so il perché, ma è molto probabile che la combinazione di ⌃ e ⌥ vada in conflitto con la funzione di "pagina su" e "pagina giù". ⌃+⌥+↓— Vai alla fine della pagina4Idem come sopra.
⌃+⌥+barra spaziatrice
— Ricerca
⌃+⌥+Z— Pagina Anno Zero
Per vedere quali accesskey sono attive sul sito, è sufficiente osservare le voci del menu. Se all'interno è presente una lettera sottolineata, significa che tale lettera ti porterà direttamente all'articolo o alla sezione.
Questa scorciatoia funziona soltanto su una pagina con una lista di articoli, come la Home Page oppure quando vengono mostrati i risultati di una ricerca; o, ancora, quando si visualizzano tutti gli articoli di una determinata categoria.
In tutti gli altri casi si limiterà a richiamare eventuali accesskey assegnate alla lettera P.5Chiaramente solo se la combinazione dei tasti corrisponderà al tuo browser / sistema operativo (vedi sezione "Bla bla tecnico", poco sopra).
Perché la colonna di destra si vede a malapena?
Perché così, mentre si sta leggendo un articolo, non ci saranno elementi di distrazione. Per visualizzarla normalmente è sufficiente spostarci sopra il mouse. A quel punto tornerà perfettamente visibile.
Sui dispositivi touch (cellulari, tablet, ecc…) la dissolvenza è disabilitata.
Come torno velocemente alla home page?
Il link in alto a destra, denominato "Home" ti porterà velocemente alla pagina principale del sito, che poi è una lunga lista di articoli pubblicati in ordine cronologico inverso (il più recente è in alto).
Tuttavia esiste un metodo molto più veloce quando ci si trova all'interno di un articolo (o di una ricerca): è sufficiente cliccare sul titolo dell'articolo (o sui risultati della ricerca, in grigio), in questo caso "Anno Zero"; vedrai che il puntatore del mouse si trasformerà in una manina.
Cosa significa AMM?
La sigla AMM, che compare spesso in molti miei articoli, significa semplicemente “A Modo Mio”, e indica un disegno, una modifica di un film, una creazione Lego, o qualsiasi altro lavoro che ho realizzato a mio personalissimo gusto personale. :)
Ho sempre avuto un rapporto conflittuale con i vari sistemi di navigazione delle pagine comuni a molti siti, perché li trovo davvero poco pratici: se si sta cercando un articolo preciso, l’unico metodo efficace è quello di muoversi di una pagina alla volta (oppure di due alla volta, come nell'esempio dell'immagine qui sotto) controllando tutta la lista (anche se a quel punto farebbe prima a usare la ricerca). Vedere qualcosa del genere, per quanto carino esteticamente, è ai fini pratici una infinita perdita di tempo:
Mettiamo che il sito abbia 100 pagine, ognuna con all'interno 10 articoli6Al momento ce ne sono una quarantina, quindi più o meno 400 articoli., e io voglia andare alla sessantesima. Prova a immaginare quanti click dovrei fare!7Ok, i più svegli ci andrebbero modificando l’URL, ma si tratta di un compromesso e questo significa che il designer del sito andrebbe preso a scudisciate sulle chiappe.
L’unico dato davvero importante è il numero totale delle pagine, e un sistema per andare velocemente dove si vuole.
Premendo l’accesskey P (vedi il punto "Parlami della navigazione e dell'accessibilità") dalla home page, oppure dai risultati di una ricerca, o una pagina di tag o categorie, si aprirà questa finestrella (è molto spartana lo ammetto, del resto è puro e semplice JavaScript, ma svolge perfettamente il proprio dovere):
Inserisci il numero della pagina di destinazione e ci arriverai al volo. Di default verrà automaticamente suggerita l’ultima.
Infine, inserendo ‘0’, ‘z’ o ‘zero’ indovina un po’ quale pagina si aprirà?