Quest'anno così travagliato è ormai giunto agli sgoccioli. È tempo di alberi, presepi, auguri e regali; come tradizione, quindi, mi sono messo all'opera per realizzare qualche pensierino per amici e parenti.1Tranne quelli serpenti, che i regali non li vedranno nemmeno in foto. O forse sì, se leggeranno questo articolo. :)
Il bigliettino che accompagna le strenne è per me ancora più importante dei doni stessi, perché è qualcosa di personale: è una dichiarazione scritta dei sentimenti che proviamo, e deve giungere a segno toccando le corde del cuore. Per questo motivo preferisco crearlo a mano ogni Natale. Questa operazione mi porta via alcuni giorni ma, siccome i regali li acquisto nel corso dell'anno (quando trovo qualcosa che è perfetto per qualcuno), è l'unica incombenza che mi rimane prima di stappare lo spumante e tagliare il panettone.
Adoro i libri popup; quelli che, quando li apri, ti spunta un vero castello davanti agli occhi. O un drago, o un paesaggio montano, oppure una battaglia. Ecco, in questo 2020 volevo qualcosa di treddì.
Mi sono messo quindi a sperimentare, come sempre con righello, taglierino e un sacco di carta…
Chi frequenta in modo più o meno assiduo la Terra di Mezzo sa che esistono due fantastici libri, spesso definiti companion perché di fatto accompagnano e completano la lettura dell'opera magna di J.R.R. Tolkien (ma anche gli altri racconti). Il primo è l'Atlante della Terra di Mezzo di Karen Wynn Fonstad; l'altro, I Viaggi di Frodo di Barbara Strachey, sarà il protagonista di questo veloce articolo.
Due meravigliose donne (alle quali sarò eternamente grato), la prima americana, la seconda inglese, che hanno dato un contributo fondamentale alla comprensione della geografia di Arda.
Non vorrei però tirarla per le lunghe come faccio sempre e passo subito al nocciolo della questione. I Viaggi di Frodo (Journeys of Frodo, nella versione originale) è una raccolta di cinquanta tavole2In realtà sono 51, ma una è principalmente una vista generale del mondo. che, seguendo gli spostamenti dei principali protagonisti del Signore degli Anelli, aiutano ad orientarsi tra foreste, montagne, pianure, città (e via dicendo) man mano che si procede con le vicende del libro.
Attendevo con una certa trepidazione questa nuova edizione del Signore degli Anelli illustrata da Alan Lee, con traduzione di Ottavio Fatica. Certo, avrei di gran lunga preferito che Bompiani si accordasse con la prima traduttrice, Vittoria Alliata di Villafranca, per rilasciare una versione aggiornata e definitiva, che non stravolgesse gran parte della nomenclatura.2È evidente l'abbiano fatto, anche quando non necessario (Entalluvio → Entorrente, Acquaneve → Pollanivea, ecc.) per fornire meno appigli possibili a una eventuale azione legale da parte della Alliata.
Circa un mese fa ci siamo lasciati ("ci siamo lasciati", nemmeno fosse una rubrica di Cioè…) con pensieri un po' contrastanti sugli ex libris, ovvero quelle etichette o timbrini con cui i collezionisti amano marchiare i propri volumi cartacei.
Beh, l'ho fatto: ho preso il coraggio a due mani e ho rovinato tutti i volumi della mia collezione!
Credo che non avrò mai le possibilità economiche, o la follia, o il permesso di Mian, o il coraggio di acquistare una prima edizione inglese dello Hobbit, pubblicata nel lontano 1937 in sole 1.500 copie1Molte delle quali sono andate perdute nel tempo e in un grande incendio nel magazzino di Allen & Unwin. :(
Dovrò accontentarmi e farmi andar bene la mia facsimile edition, che non sarà del tutto originale, ma ne è una copia esatta al 100% 95%.
E allora? E allora, dopo la prima italiana di alcuni mesi fa, mi sono comprato una seconda edizione, originale, inglese. Si tratta di una dodicesima impression del 1961, per cui non propriamente rarissima (anche se ne sono state stampate solo 2.500 copie), ma, ehi, è pur sempre una seconda edizione!2Una piccola curiosità: questo libro è una seconda edizione perché c'è scritto nella pagina delle informazioni (vedi sotto). Ma, parlando recentemente con un collezionista inglese, alcuni ritengono che è possibile anche definirla una "prima edizione, dodicesima impression". Sinceramente mi sembra una forzatura (leggi → cazzata), però è anche vero che la impression (una sorta di ristampa) si riferisce sempre alla prima edizione.
Potrei dire semplicemente "ho una dodicesima impression" oppure, se devo proprio aggiungere questo termine perché suona figo, sarebbe forse più corretto dire una "ottava impression della seconda edizione".
O forse no.
La verità è che le case editrici inglesi un tempo facevano dei casini assurdi. :D
Ma perch… ma com… ma se avevi det…EH LO SO! L’avevo detto.
È consuetudine di molti collezionisti di libri apporre all'interno dei propri volumi più pregiati un timbro o un adesivo particolare, per rivendicarli come propri.
Nelle puntate successive…
Il presente articolo appartiene a una serie di post dedicata al mio tortuoso percorso di ricerca di un ex libris accettabile per la mia personale libreria. Ognuno è auto conclusivo e può essere letto indipendentemente dai precedenti, ma è possibile seguire l'intera trama leggendoli nel corretto ordine cronologico.
A me i timbri sono sempre piaciuti, ne ho subìto il fascino fin da piccolo quando, orgoglioso proprietario di un grosso set di stampini in legno, marcavo qualsiasi superficie di casa, con buona pace dei miei genitori. Nel mio viaggio a Tokyo di alcuni anni fa (vedi più avanti) mi sono molto divertito a riempire un piccolo notebook (di carta eh, non un portatile) con i meravigliosi disegni presenti nelle principali attrazioni della città.
Mi piacciono tutti, specialmente quelli istituzionali delle biblioteche, dei passaporti, dei documenti governativi. Poi, se sono anche originali ed esteticamente gradevoli, non riesco a resistere.
Inizialmente sarebbe dovuta essere una mappa, nello specifico una versione più grande delle tre mappe in formato A2 che ho realizzato alcune settimane fa. L'intenzione era di crearne una gigantesca in formato A01Che è quattro volte le dimensioni di un A2 e otto volte quelle di un A4; in pratica l'equivalente di un tavolo da cucina., che includesse sia la nomenclatura classica (Alliata/Principe) che quella nuova (Fatica).
Da sempre mi piace ideare e costruire mathom.1Mathom è un termine hobbit che significa "oggetto che non ha una particolare utilità ma che non si vuole buttare via". :) Dalle mappe ai contratti, dai segnalibri ai veri e propri libri, dagli esperimenti col legno al completo (ri)montaggio di interi film.
Se ti piace quello che scrivo, o (se non ti piace ma) sei affascinato dalle mappe e dagli altri curiosi oggetti cartacei che realizzo, puoi sostenere questo piccolo blog con una piccola donazione, oppure acquistando qualcuno dei miei lavori. :)
Contattami
Le domande più frequenti:Posso vendere tutte le mappe?
Come avrai sicuramente letto sul blog, disegno mappe per divertimento. Non è per me un lavoro ma un semplice hobby. Quando mi è possibile condivido volentieri i miei scarabocchi perché so che, come me, ci sono tantissimi lettori non soddisfatti delle stampe incluse all'interno di alcuni libri. Sfortunatamente non tutto è legalmente vendibile. Questo perché i diritti commerciali di molte proprietà intellettuali, come quelle di Tolkien o Martin, sono protetti da agguerrite schiere di avvocati molto facili alle minacce e all'azione.
Poi capisco benissimo che certi limiti sono assurdi. Nessuno vuole istituire un mercato illegale di mappe o fare concorrenza alle grandi società editoriali. Tutti i disegni che ho realizzato li ho fatti principalmente per me stesso, per meglio seguire le vicende narrate nei libri e comprendere bene tutta la geografia di questi meravigliosi mondi. E so molto bene che, se qualcuno desidera uno dei miei lavori, è unicamente per stretto uso personale.
In ogni caso, se sei interessato a qualche lavoro in particolare, contattami comunque e vediamo se riusciamo a trovare una soluzione. :)
Che carta utilizzi per stampare le mappe?
Quando è disponibile presso la tipografia, prediligo l'utilizzo di una Blueback da 120 grammi. Si tratta di una carta particolare, caratterizzata dal retro di colore azzurro.
Trovo che, rispetto alla carta normale, restituisca colori più brillanti. La differenza è più apprezzabile nelle stampe piene (per esempio la Watercolor, che è coloratissima); nelle stampe schematiche, come le cartine classiche dove la maggior parte della superficie è bianca, non cambia praticamente nulla. Se la Blueback non è disponibile, allora utilizzo la carta bianca, sempre da 120 grammi.
Nel caso avessi preferenze particolari sulla tipologia di carta, fammelo sapere.
I costi delle mappe
Cerco di tenere i prezzi più bassi possibile ma, dal momento che non stampo mappe a livello industriale, non ho tutte quelle agevolazioni (e sconti) che si otterrebbero normalmente ordinando centinaia o migliaia di copie. C’è un omino nella tipografia che mi dedica il suo tempo: prende il singolo ordine, effettua la stampa e taglia la mappa in misura. Poi io mi devo recare a Roma (quasi 70 Km tra andata e ritorno) a prendere fisicamente la mappa e prepararla per la spedizione. Quindi ogni mio lavoro include tanto amore, tempo e buona volontà (prima, durante e dopo la realizzazione).
Non lo dico per spaventarti, ma solo per metterti al corrente della realtà produttiva artigianale.
In linea di massima sono disponibili tre dimensioni per le mappe:
Formato piccolo (dimensioni A4), prezzo medio: 10 euro;
Formato medio (50 x 35 centimetri), prezzo medio: 18 euro;
Formato grande (80 x 60 centimetri), prezzo medio: 25 euro.
Ci sono alcune eccezioni a questa regola: alcune mappe hanno misure particolari, per esempio quella di Christopher misura 60 x 60 centimetri. Altre mappe sono disponibili in misure personalizzabili, la Watercolor per esempio può raggiungere anche una grandezza di 133 x 100 centimetri.
Il prezzo può variare anche in base alla densità del colore: una mappa a colore pieno come la Watercolor la tipografia me la fa pagare un po' di più (30 euro) perché usa molto più inchiostro.
Naturalmente, più mappe (o altri lavori) acquisti, più ti posso venire incontro con qualche sconto cumulativo. :)
I costi di spedizione
Per quanto riguarda le mappe medie e grandi utilizzo una spedizione, assicurata con corriere 24/48, all'interno di un robusto tubo di cartone che la protegge, e il costo è di 10 euro (tubo compreso). La spedizione di pacchi che non comprendono il tubo costa 7 euro (sempre corriere 24/48, sempre assicurati).
In alternativa, se abiti in provincia di Roma, puoi passare da me a prendere tutto senza alcun sovrapprezzo.
Come ultima possibilità, se hai un tuo corriere di fiducia, puoi organizzare tu stesso il ritiro, e in quel caso pagarmi soltanto il costo del tubo, che è di 3,5 euro (costano tantissimo questi maledetti!).
Questo è ciò che posso offrirti, sfortunatamente in Italia spedire oggetti costa molto più che in tutti gli altri paesi del mondo. :(
Metodi di pagamento
Per il pagamento accetto sia il bonifico bancario che PayPal (preferibilmente la formula “amici e familiari” così non si trattengono una percentuale e posso farti prezzi più bassi).
Quello dei due che ti è più comodo.
Accettazione con riserva
Nel caso in cui il corriere ti dovesse consegnare il pacco con qualche difetto (strappi, buchi, schiacciamenti o qualsiasi altro danno sospetto, anche lieve) è molto importante che lo accetti CON RISERVA. Devi espressamente comunicarlo al corriere prima di prenderlo in consegna e ti devi assicurare che l'abbia registrato correttamente sul sistema (nel caso dovesse fare storie, tira fuori il cellulare e registra un video inquadrando il pacco, il corriere e la tua richiesta di riserva).
Questo è l'unico modo per avvalersi della possibilità di ottenere qualsiasi rimborso per la spedizione stessa e per il contenuto del pacco. Purtroppo i corrieri cercano sempre di svicolare quando ci sono problemi con la consegna.
Vendi copie digitali dei tuoi lavori?
No.
Mi piacerebbe esserti di aiuto, ma da alcuni anni ho preso la decisione di non far circolare copie digitali dei miei lavori a causa di spiacevoli inconvenienti che si sono verificati nel tempo (ho trovato alcuni miei disegni in vendita su siti tipo Etsy ed Ebay). Mi sento pertanto più a mio agio nel vendere unicamente le versioni cartacee.
Comprendo che ci sono tantissime persone oneste al mondo, purtroppo non ho modo di conoscerle; per cui mi sono dato una regola generale da seguire, valida per tutti.
A seconda delle dimensioni dei fogli e della quantità di stampe posso cercare di venirti incontro con i costi.
Se hai bisogno di un consiglio, scambiare quattro chiacchiere, o se vuoi qualcosa di personalizzato puoi contattarmi a questo indirizzo email. Ci sono tante cose che posso realizzare, come per esempio copie delle sopraccoperte di libri non più in produzione, o mappe non soggette a licenza, o segnalibri, o qualsiasi altra cosa; non hai che da chiedere e una soluzione la troviamo di sicuro. :)
Quando ho realizzato il Contratto da Scassinatore (per via di varie vicissitudini e inesperienza ci ho impiegato circa una settimana), ho giurato a me stesso che mai più mi sarei imbarcato nell'impresa di crearne un altro.
E infatti, siccome sono un uomo di parola, negli ultimi due giorni è proprio quello che ho fatto: sono stato contattato da un ragazzo, come me grande amante di Tolkien, a cui sarebbe piaciuto averne una copia (mi auguro lo utilizzerà in modo legale, e solo con Hobbit di comprovata moralità) e ne ho apprezzato l'entusiasmo. Che poi è la stessa passione che ha spinto me a intraprendere questo simpatico progetto.
Ho deciso così di tenere un piccolo diario di costruzione, per mostrare il lavoro che c'è dietro e fornire un aiuto visivo a chi volesse cimentarsi nella stessa impresa.
Tre anni dopo aver scritto questo articolo, ho realizzato un Contratto(ne) ancora più bello. Ma qui ne spiego le origini e come sono arrivato a realizzarlo, per cui rimane comunque una lettura molto interessante.1Maggiori informazioni sugli articoli antiquati.
Quando il signor Bilbo Baggins di casa Baggins viene assoldato dai Nani della Compagnia di Thorin Scudodiquercia per rientrare in possesso della Montagna Solitaria di Erebor, riceve un formale contratto da leggere, accettare e controfirmare.
Nel racconto letterario è una lettera molto più breve.
Nella realtà cinematografica di Peter Jackson il contratto si trasforma invece in un papiro gigantesco, scritto in legalese nanico. Pur essendo una (divertente) licenza poetica, l’ho trovata adeguata allo stile dei Nani, che sono scorbutici, pignoli e sempre molto attenti all'aspetto economico di ogni situazione.
Sono quasi 20 anni che il Signore degli Anelli ha trovato un’adeguata e, soprattutto, completa trasposizione cinematografica1Tutti i precedenti tentativi avevano regalato al mondo soltanto opere parziali e incomplete. e, per quanto non particolarmente fedele al racconto scritto da Tolkien, è nell’insieme un piccolo capolavoro. Il mio personalissimo progetto di condensare i tre film in uno solo si è dunque protratto per la considerevole distanza temporale di quasi due decenni.
Mi rendevo perfettamente conto che avrebbe significato imbarcarmi in un’impresa titanica, perché non implicava solamente tagliare qualche dialogo o scena qui e là, ma era necessario spostare cronologicamente alcuni eventi e, soprattutto, modificare dialoghi e accadimenti per cercare per quanto possibile di tornare alla storia originale. Continuavo quindi a procrastinare, pur senza demordere.
L’occasione è arrivata con l’uscita di una nuova trilogia di pellicole dedicate allo Hobbit, il mio romanzo preferito. Qui Peter Jackson si è davvero sbizzarrito, stravolgendo tutto: storia, personaggi, eventi, motivazioni personali dei protagonisti e togliendo qualsivoglia elemento fiabesco.2Lo Hobbit ne ha in abbondanza.
Non potevo guardarlo in questa incarnazione, proprio non potevo.
Come già era accaduto quasi un annetto fa con lo Hobbit, ho ri-editato i tre film del Signore degli Anelli di Peter Jackson creandone uno unico1Ben 170 ore di encoding h265, ovvero 7 giorni di ventola del Mac al 100%!, e rendendolo (il più possibile) coerente con la storia dell'opera magna di J.R.R. Tolkien.
Per quanto acclamate quasi universalmente dal mondo intero, a me le opere cinematografiche di Peter Jackson dedicate alla Terra di Mezzo non hanno mai entusiasmato particolarmente (soprattutto lo Hobbit, che reputo una grande schifezza). Lui è un regista molto valido, con una visione di insieme pazzesca, capace di unire attori fisionomicamente azzeccatissimi a scenografie e costumi perfetti, effetti speciali più che adeguati e un'atmosfera eccezionale.
Ma ha sempre avuto anche questo bruttissimo vizio di cambiare le storie. Comprendo che parte della responsabilità è sicuramente imputabile alla casa di produzione, perché un film moderno deve sottostare a regole economiche ben precise e attrarre quanti più spettatori possibili. Quindi ci saranno forzatamente scene d'amore, personaggi buffi per divertire i bambini, azioni esageratamente drammatiche, antagonisti efferati e così via.
Però un conto è estremizzare una scena, un'altra riscriverla completamente. O cambiare i ruoli ai personaggi, o i personaggi stessi. E, in ogni caso, se il risultato è qualcosa di meno bello della situazione originale, allora proprio non capisco perché gettare alle ortiche tempo e risorse.
Ogni singola volta che Jackson si allontana dal libro lo fa in modo banale, prevedibile, inutile e noioso.
Quest'anno si festeggia il 20° anniversario di Lego Star Wars, ovvero gli anni trascorsi da quando la società danese ha cominciato a produrre set dedicati al tema spaziale più famoso della galassia.
Per l'occasione ha presentato, all'esorbitante costo di 700 euro, il remake UCS di una delle astronavi più iconiche della saga, l'Imperial Star Destroyer:
D'accordo, io dovrei essere l'ultimo a giudicare, visto che due anni fa ho speso 800 euro per il MILFone più altri 400 per il tavolino espositivo. Però trovo che quel costo fosse comprensibile; questo molto meno.
Siamo a poco più di un mese dal cinquantesimo anniversario del primo sbarco dell'uomo sulla Luna e naturalmente è già partita la corsa ai gadget celebrativi. Questa è la proposta di Lego:
Il mitico LEM, del quale ho parecchio parlato qui. Nel 2003 ne era uscito un'altro che non era affatto male per l'epoca, ma questo è parecchie spanne sopra: colori più fedeli, forme più accurate, proporzioni migliori e una bellissima basetta espositiva.
Ma non è del set che voglio parlare. O, meglio, non dell'intero set ma di una parte ben precisa:
Oggi ho modificato il porta CD che si trova a sandwich tra le due librerie Billy di Ikea (la sinistra è mia, la destra è di Mian).
In sostanza mi sono fatto tagliare un vetro di circa 194 per circa 20 cm (per 5 millimetri di spessore) dal mio vetraio di fiducia e, grazie a una generosa selezione di bestemmie, sono riuscito a imperniarlo tra due cerniere senza fare alcun danno.
Questo articolo si collega a quest'altro, dove ho mostrato i rendering di queste mie nuove micro opere. Avrei potuto aggiungere le foto anche là, ma non volevo appesantirlo troppo.
Tra l'altro, a dire il vero, le due navicelle erano pronte fin da dicembre ma, a causa di un disguido tecnico, gli ultimi pezzi mi sono arrivati soltanto oggi.
Il mondo dei Masters of the Universe non mi ha mai fatto particolarmente impazzire. Da bambino osservavo il mio He-Man superpompato e mi chiedevo perché diavolo Mattel avesse deciso di non rendere gomiti e ginocchia snodati; in fondo Big Jim lo faceva già dieci anni prima.1E il meccanismo dei bicipiti è tutt'oggi ineguagliato.
Ciononostante, i MOTU2Masters Of The Universe. avevano il loro fascino, anche perché era il periodo in cui al cinema spopolavano Stallone e Schwarzenegger, quindi i muscoli da culturista erano un must
Ricordo che mio cugino Alessio li aveva tutti. E con tutti intendo tutti: millemila personaggi, uno più bello (o brutto, a seconda dei punti di vista) dell'altro, cavalcature ed edifici compresi.
Uno di questi è il leggendario castello di Grayskull, appartenuto all'omonimo re del quale non so un'emerita cippa.
Esiste una versione più recente di questo film, e il relativo articolo lo trovi qui. Ho deciso di non rimuovere questa pagina perché contiene maggiori dettagli sul perché sia nato il progetto. È quindi consigliabile leggere prima qui e poi passare all'altro.1Maggiori informazioni sugli articoli antiquati.
… e in quello stesso buco dovrebbe rintanarsi, per la vergogna, Peter Jackson.