Un paio di giorni fa ho pubblicato un articolo intitolato “Tutti i miei libri”, e alcune ore più tardi l’ho tirato giù. Cos’è successo? È successo che curiosamente, proprio quel giorno, il sito di print-on-demand che utilizzo da sempre per stampare i miei volumi mi ha chiuso l’account.
Il motivo ufficiale non lo conosco, perché non rispondono più alle email, ma lo posso facilmente ipotizzare. Lavoro spesso con materiale “delicato” – e con “delicato” intendo Tolkien – per cui è molto probabile che sia incappato in qualche loro controllo a campione sui diritti d’autore.
Questo articolo è un aggiornamento della mia personale edizione dell'Atlante della Terra di Mezzo, realizzata nel 2023. Ti consiglio di leggere prima questo articolo, in modo da avere un'idea più precisa dei contenuti.
Un annetto fa ho portato a termine un progettino molto ambizioso. Volevo tradurre in italiano le tavole del magnifico Atlante della Terra di Mezzo di Karen Wynn Fonstad, perché nessun editore italiano (Rusconi e Bompiani) si è mai impegnato a realizzare una pubblicazione completa nella nostra bella lingua. È nato in questo modo l'Atlante degli Hobbit.
Apportava numerose migliorie al volume originale, ma presentava un piccolo difetto: l'ho realizzato alcuni mesi dopo la mia annuale rilettura dello Hobbit e del Signore degli Anelli. L'idea di fondo era avere un reading companion da affiancare ai due romanzi, che rappresentasse un comodo riferimento per quanto riguardava la geografia dei luoghi, lo svolgimento di eventi e battaglie e gli spostamenti dei diversi gruppi di protagonisti.
Quest'anno mi sono accorto che l'ordine dei capitoli non andava bene. Karen li aveva organizzati per importanza, quindi località come Lothlórien, Minas Tirith, Isengard e compagnia bella comparivano prima di altre secondarie, e questo mi obbligava a saltare in continuazione qui e là all'interno dell'Atlante.
Eccoci qua, con l'ennesimo capitolo della mia infinita Avventura con gli ex libris… Non c'è niente da fare, quando non sono completamente soddisfatto di qualcosa, va a finire che continuo a rimetterci mano nel corso del tempo, e questa sta diventando una vera e propria barzelletta.
Nelle puntate precedenti…
Il presente articolo appartiene a una serie di post dedicata al mio tortuoso percorso di ricerca di un ex libris accettabile per la mia personale libreria. Ognuno è auto conclusivo e può essere letto indipendentemente dai precedenti, ma è possibile seguire l'intera trama leggendoli nel corretto ordine cronologico.
L'ultima revisione, che mi era parsa tanto bella un paio di anni fa1Perlomeno è passato un po' di tempo!, si è rivelata una grande cazzata. Innanzitutto perché della data di aggiunta alla libreria non frega praticamente a nessuno, nemmeno a me (ho comunque queste informazioni in un database), e poi perché è scritta talmente piccola che a ogni nuovo libro avrei dovuto stampare e ritagliare l'ex libris, con grande spreco di tempo e di carta. Inoltre mi sono reso conto che l'inchiostro della mia stampante non viene completamente assorbito da alcune tipologie di carta patinata e potrebbe macchiare leggermente la pagina di fronte (fortunatamente è accaduto solamente con l'edizione del Signore degli Anelli di Fatica, che è stampato su una carta lucidissima).
TL;DR: una traduzione accurata? Sì. Mi piace? No.1"TL;DR" in inlgese significa "[articolo] troppo lungo, non l'ho letto". In sostanza è un velocissimo riassunto per chi è troppo pigro per sbattersi.
In questi giorni Bompiani ha pubblicato una nuova traduzione dello Hobbit di J.R.R. Tolkien. La precedente, a opera di Elena Jeronimidis Conte (da questo momento E.J.C.), risaliva al 1973 ed era stata parzialmente revisionata da Caterina Ciuferri agli inizi del nuovo millennio.
Dopo che la più recente edizione del Signore degli Anelli di Ottavio Fatica aveva ridefinito buona parte della nomenclatura, era solo una questione di tempo prima che si corresse a uniformare anche il fratellino minore. Così è stato (più o meno).
Ho diviso questa lunga recensione in due grandi sezioni: una visione oggettiva, dove ho cercato di analizzare il nuovo approccio editoriale senza lasciarmi condizionare dal mio parere personale, e una nella quale il mio punto di vista emotivo corre a briglia sciolta.
I libri classici non necessitano di nuove traduzioni. Sono stati localizzati nella nostra lingua decine di anni fa, qualcuno addirittura secoli fa, e la loro lettura continua a donare meraviglia a prescindere dall'inevitabile evoluzione (o, nel caso della nostra era, involuzione) che una lingua subisce nel corso del tempo.
È difficile trovare qualche bel racconto che sia stato tradotto male. Non impossibile, eh… per esempio Peter Pan è un supplizio da leggere; principalmente perché tutto è stato trasposto alla lettera, anche proverbi e modi di dire tipicamente inglesi che qui da noi suonano sconosciuti. Però alla fine Peter Pan non è un grande libro (anzi, a dirla tutta è anche piuttosto inquietante e disturbante), e non è nemmeno più un classico, visto che nell'immaginario popolare il personaggio e la sua storia hanno assunto connotazioni decisamente (più) positive grazie soprattutto al lavoro di epurazione svolto da Walt Disney.
Mettendo ordine in soffitta è spuntato un vecchio diario. Non è mio… o, perlomeno, non ricordo di averlo scritto io, nonostante il nome non mi suoni affatto sconosciuto. Di una cosa sono certo però, sembrerebbe trattare di viaggi nel tempo.
Il cinema e la letteratura ci hanno abituati ad avventure straordinarie, tra le meraviglie del passato e le promettenti scoperte che il futuro riserverà all'umanità. Dopo averne sfogliato alcune pagine, mi sono tuttavia reso conto che questo sembrerebbe essere un resoconto (un punto per chi apprezza le allitterazioni) particolarmente sfigato: il protagonista si muove, sì, tra le pieghe del tempo, ma lo fa in modo del tutto involontario e incontrollato.
Possiamo dire che sia egli stesso una vittima del tempo.
Tutte le copie della Cronologia sono state consegnate ai rispettivi nuovi proprietari e non ne ho più a disposizione.1Terminate queste non ne realizzerò mai più altre (perlomeno in questa forma), perché richiedono troppo tempo e troppo lavoro; e anche troppe monete d'oro per via della stampa multipla (leggi sotto).
Se sei comunque interessato ad averne una copia, contattami perché mi sono venute alcune idee per poterla stampare in un formato leggermente differente ma più semplice da realizzare.
Allora, il progetto è nato in questo modo: da svariato tempo valutavo l'idea di realizzare dei segnalibri con una piccola timeline degli eventi importanti accaduti nella Terra di Mezzo, durante il periodo in cui sono ambientati i due libri più celebri di Tolkien.
Solo… che cosa si può mettere in pochi centimetri di carta? Praticamente niente. Ho pertanto pensato a una striscia molto più lunga, magari piegata a fisarmonica, in cui far stare tutto.
Ho preso la cronologia della Terra di Mezzo che avevo realizzato con la Supermappa (e poi perfezionato nella Supermappa di Christopher), l'ho resa ancora più completa per includere curiosità del tipo in quale data Frodo e Sam entrano a Mordor? Oppure in quale giorno Bilbo trova l'Anello?
Ok, affrontiamo subito l'elefante nella stanza: G.L.d.M. significa Glande Liblo di Minchiate, ed è una raccolta di un sacco di cretinate che ho realizzato nell'arco di una ventina di anni.
Oh, ragazzi, mica posso sempre fare cose serie, no? Questo articolo, però, non si concentrerà sui contenuti (perché è pura idiozia e mi vergogno) ma sull'esperienza e il divertimento che ho sperimentato durante la realizzazione.
Quando J.R.R. Tolkien ha pubblicato per la prima volta Il Signore degli Anelli, lo ha corredato di tre splendide mappe disegnate dal figlio Christopher. La più famosa, quella che ritrae la Terra di Mezzo in tutto il suo splendore, è stata realizzata in fretta e furia (in circa 24 ore) a causa di ritardi e tempi di pubblicazione strettissimi.
Per chi non la conoscesse, quella dei campi del Pelennor è stata la battaglia più sanguinosa e imponente del Signore degli Anelli, durante la quale tutte le forze congiunte di Sauron (Barad-dûr, Minas Morgul, Haradrim, Sudroni, Uomini malvagi di Rhûn e Khand) hanno assediato la città di Minas Tirith con l'intenzione di travolgere e sterminare i Popoli Liberi.1Una curiosità: si pronuncia Pelènnor e non Pèlennor.
Tomás Hijo è uno straordinario artista spagnolo, specializzato in linoleografie.2Ok, veloce chiarimento: la linoleografia (da non confondere con la litografia o la serigrafia… lo so, è un mondo difficile) è una tecnica di stampa su carta, cartone o stoffa mediante l'utilizzo di una matrice ricavata per incisione da una porzione di linoleum (in sostanza un pezzo di gomma rigida). Il nome deriva dal nome del supporto (linoleum) e dal greco "grapho" (scrivere). La matrice può essere utilizzata per stampare diverse copie del progetto, fino a che non si consuma. Ho scoperto per puro caso che qualche anno fa ha realizzato alcune opere dedicate al Signore degli Anelli. Purtroppo sul suo sito non sono più presenti perché la Tolkien Estate, ovvero l'organizzazione che detiene i diritti delle opere di J.R.R. gliele ha fatte rimuovere.3Ora, io capisco che in ballo c'è sempre il vil danaro ma, quando qualcosa è davvero bello, bisognerebbe permettere al mondo beneficiarne (magari facendo pagare una percentuale sui guadagni, invece di intimarne la distruzione). Ma io non conto niente, per cui mi limito a esprimere la mia insignificante opinione in merito.
Questo è l'ordine di pubblicazione di tutti i volumi usciti finora:
Peter Pan
Il libro della Giungla
La Bella e la Bestia
La Sirenetta e altre fiabe
Il Giardino segreto
Alice nel paese delle Meraviglie
Pinocchio
Il Mago di Oz
Biancaneve e altre fiabe
2015
2016
2017
2018
2018
2019
2020
2021
2022
Letto
Letto
Letto
Letto
MinaLima è lo studio grafico inglese che si è occupato dell’aspetto visivo di tutti gli oggetti magici presenti nei film di Harry Potter. Quindi loghi, mappe, etichette delle bottiglie di pozioni, libri magici, arazzi, quadri, poster animati e via dicendo.
Proprio da un’idea dei suoi fondatori, Miraphora Mina e Eduardo Lima, sono nati i meravigliosi libri interattivi sul maghetto più famoso del pianeta.
Col tempo la loro caratteristica arte, coloratissima e riconoscibilissima, ha abbracciato campi artistici più ampi e ha dato vita a interessanti progetti, tra cui i MinaLima Classics. È curioso non averne mai parlato su questo sito, dal momento che adoro questi libri, ma adesso farò del mio meglio per rimediare alla mancanza.
Nel 2015 MinaLima ha deciso di illustrare a modo suo (sarebbe a “modo loro”, ma facciamo finta che lo studio sia un’entità viva e senziente) le più celebri favole che hanno allietato l’infanzia di tutti i bambini del mondo. Sono stati scelti 12 racconti classici da pubblicare nel corso di altrettanti anni; quindi una pubblicazione ogni rivoluzione completa del nostro pianeta intorno al sole.
Per chi ha mal digerito la più recente traduzione del Signore degli Anelli per mano di Ottavio Fatica, o per chi ama follemente la traduzione classica, o per chi come me le apprezza entrambe, queste due edizioni rappresentano un must have1Qualcosa da possedere a tutti i costi. da avere nella propria collezione.
Innanzitutto perché rappresentano le ultime due stampe con la nomenclatura Alliata/Principe (molto probabilmente non verranno più pubblicate edizioni italiane con tale traduzione), e poi perché ci si aspetta che contengano la migliore versione disponibile, immune dagli errori che negli anni hanno interessato le precedenti incarnazioni. A tal proposito, quando quattro anni fa la principessa, a seguito di una disputa legale con la casa editrice, ha deciso di far ritirare dalle librerie tutte le copie del suo libro, si è scatenata una frenetica corsa per riuscire ad accaparrarsi le ultime copie disponibili; alla quale ha partecipato anche il sottoscritto che da anni le aveva nella wishlist ma non si era mai deciso ad acquistarle.
C'è una nuova edizione di questo libro. Il presente articolo rimane comunque interessante da leggere (per primo), perché contiene interessanti informazioni su come e perché è stato realizzato. :)
Quando un paio di anni fa Bompiani ha pubblicato, dopo decenni di ingiustificabile ritardo, una nuova edizione dell'Atlante della Terra di Mezzo di Karen Wynn Fonstad, ho fatto i salti di gioia. Possedevo soltanto l'edizione inglese, e quella italiana degli anni '90 aveva già raggiunto prezzi a tre cifre sul mercato dell'usato; era pertanto al di fuori del mio concetto di "ragionevole".
La doccia fredda è stata scoprire che gli unici cambiamenti apportati riguardavano il passaggio della nomenclatura da quella classica Alliata/Principe alla nuova traduzione di Ottavio Fatica, e qualche altro piccolo dettaglio minore riguardante le informazioni geologiche.
Le mappe sono state (nuovamente) lasciate in inglese, con tutta la scomodità che ciò può comportare, specialmente se si prova a mantenere la corrispondenza con le complesse informazioni testuali che le accompagnano.
Col passare degli anni gran parte delle polemiche che hanno accompagnato l'uscita della più recente edizione del Signore degli Anelli, con traduzione a cura di Ottavio Fatica, si è pian piano sgonfiata. Certo, rimangono sacche ribelli di agguerriti sostenitori dell'una e dell'altra edizione, ma gran parte dei lettori si è adattata ai cambiamenti senza particolare difficoltà.
Ho letto la nuova incarnazione subito dopo l'uscita, e l'ho trovata molto ben riuscita. A dirla tutta, l'unico modo per notare differenze è studiare le due versioni affiancate, cosa che nessun lettore difficilmente farà mai.1Io l'ho fatto, ma con Fatica e l'edizione inglese, in aggiunta ad alcuni capitoli della Alliata/Principe, per pura curiosità). Non ho una traduzione preferita, a mio avviso si equivalgono.
In poco più di tre anni e mezzo ho disegnato centinaia di mappe, perlopiù ispirate alle opere di J.R.R. Tolkien. Non è mai stato un lavoro, in primo luogo perché è un'attività che mi divertiva, e secondo perché, se avessi voluto far soldi, avrei scelto sistemi più semplici e meno impegnativi (e, di sicuro, non protetti da copyright). Non è stato nemmeno un hobby, perché un hobby solitamente te lo porti dietro per tutta la vita, e te lo godi sdraiato comodamente su un divano.
Quella che segue è un'affascinante analisi di uno dei capitoli più importanti del Signore dell'Anelli, a opera di Wu Ming 4.1Grande appassionato e saggista tolkieniano.
Una delle idee più stupide e folli che mi frullavano per la testa da un annetto a questa parte riguarda un'improbabile antologia sui cartoni animati. Non quelli belli e famosi con cui siamo cresciuti e che amiamo come la nostra famiglia.
Gli altri.
No, nemmeno quelli brutti e sconosciuti, dei quali per ovvie ragioni non frega niente a nessuno. Intendo gli altri ancora, quelli che avrebbero potuto essere e non sono stati. E per fortuna, aggiungerei.
Questo libretto, perché si è capito che è un libretto ormai, vero? Dicevo, questo libretto raccoglie una trentina tra i supereroi più idioti e inutili che la mia mente abbia potuto concepire nelle ultime settimane.
Quando un paio di giorni fa ho terminato la versione italiana della cartina originale di Christopher Tolkien, inclusa nella prima edizione inglese del Signore degli Anelli, mi sono ritrovato con una mappa quadrata. Sì perché, a differenza delle cartografie pubblicate di recente, le prime incarnazioni cartacee occupavano lo spazio di un quadrato perfetto (in pratica si evitava di aggiungere un lato completamente vuoto, occupato dal mare, visto che non ce n'era bisogno).
Naturalmente questo non è un problema, le due misure che ho realizzato, 60×60 e 80×80 cm sono standard; si trovano facilmente cornici che le possano contenere. Ma io ho casa piena di quadri 80×60, per cui mi serviva un'idea illuminante per poterne estendere la superficie.
C'è un aggiornamento più recente di questa mappa. Il presente articolo rimane comunque interessante da leggere, perché contiene interessanti informazioni sulla sua origine. :)
Giuro, questa è la mia ultima mappa della Terra di Mezzo! Ho perso il conto di quante ne ho realizzate, eliminate, modificate, aggiornate e localizzate negli ultimi anni.
Allora… l'articolo che hai sotto gli occhi sancisce quella definitiva, per una ragione molto semplice: non l'ho fatta io, ma Christopher Tolkien. È la sua. Solo che è in italiano.
Per capirci, questa è la mia ultima cartina della Terra di Mezzo "ufficiale":
L'ho rifatta a modo mio, se vogliamo i dettagli sono un po' più precisi perché ho disegnato gli elementi intorno alle scritte in modo che non ci fossero sovrapposizioni. La mappa di Christopher, al contrario, essendo stata fatta a mano ha molte scritte che in parte coprono il paesaggio.
Non è un difetto, eh, soltanto uno stile differente. Quello che non mi ha mai convinto fino in fondo della mia versione è il testo. Benché l'abbia modificato aggiungendo svariate legature, per rendere le scritte più naturali, rimane comunque un font e, in quanto tale, risulta molto freddo e impersonale. In una prima versione avevo anche scritto i nomi a mano libera ma, non essendo il mio campo, il risultato non mi soddisfaceva.
Dopo aver elaborato le mappe dello Hobbit, mi sono detto "ok, e se facessi lo stesso lavoro anche con il Signore degli Anelli?". Detto, fatto.
Finalmente, dopo tanti anni durante i quali le ho rimandate a oltranza, mi sono deciso a intraprendere la lettura delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R. R. Martin. La scintilla scatenante è stata la recente serie TV House of the Dragon, che ho cominciato a guardare svogliatamente ma che mi ha immediatamente conquistato.
Avevo visionato Game of Thrones alcuni anni fa; però l'estrema complessità della trama, l'elevato numero dei personaggi e, soprattutto, la carenza da parte mia di una minima conoscenza della geografia di Westeros (e anche le ultime stagioni chiaramente sotto tono) non me l'hanno fatta godere appieno, lasciandomi con un giudizio un po' controverso.
Al contrario il nuovo prequel l'ho trovato spettacolare. Trama decisamente più lineare ma personaggi, recitazione e fotografia veramente al top, tanto che l'ho giudicata una delle migliori serie degli ultimi tempi.