Mi raccomando

Adesso che, a quanto pare, l'abbiamo sfangata1Slang romanesco: uscire dai problemi, dalle difficoltà. posso raccontare una storia.

Dal 2000 a oggi, da quando cioé Mian vive con me in Italia, abbiamo sempre dovuto combattere con la burocrazia (tipicamente) italiana. Nel caso specifico parlo del permesso di soggiorno. Interminabili file ai vari sportelli dell'Ufficio Immigrazione, Comune, Questura e chi più ne ha più ne metta. Nel frattempo cambiavano leggi, procedure, certificati.

Penso che negli ultimi sei anni abbiamo testato tutte le tipologie di permesso, dal soggiorno per vacanza, passando per quello di studio (con relativa iscrizione a istituti scolastici) fino ad approdare a quello per lavoro. Il tutto condito da voli pindarici e circhi a tre piste a ogni cambio, senza escludere spedizioni di documentazione cartacea da e verso l'altra parte del mondo.

Continua a leggere

Ti amo

Io ti amo
e se non ti basta
ruberò le stelle al cielo
per farne ghirlanda
e il cielo vuoto
non si lamenterà di ciò che ha perso
che la tua bellezza sola
riempirà l'universo.

Io ti amo
e se non ti basta
vuoterò il mare
e tutte le perle verrò a portare
davanti a te
e il mare non piangerà
di questo sgarbo
che onde a mille, e sirene
non hanno l'incanto
di un solo tuo sguardo.

Continua a leggere

A…

Alla mia età, l'idea di perdere qualche persona cara (o anche di stirare le zampe io stesso) è da cominciare a prendere in semi-seria considerazione.
Il tempo è un ottimo maestro, peccato che uccida tutti i suoi allievi diceva qualche saggio di epoche remote il cui nome probabilmente non saprò mai, perché per aprire Google e cercare mi pesa troppo il culo.1Hector Berlioz, per la cronaca.

Ogni tanto, non sempre ma capita, compare nel mondo una persona magica. Una di quelle che capisci subito che è nel posto sbagliato al momento sbagliato, ma lei è quella giusta. Una persona che, razionalmente, conduce una vita sbandata, apparentemente irresponsabile. Ma che, se ci pensi bene, è proprio la vita che vorresti fare tu, solo che per averla dovresti tagliare troppi legami e rischiare oltre un limite difficilmente accettabile. Soprattutto perché da quel punto non si torna più indietro.
Una persona che c'è sempre quando serve, che è un gradino sopra la gente comune, che trova la soluzione a ogni problema senza pensarci nemmeno tanto. Ed è l'unica che ti riesce a capire perfettamente, che ti fa sentire al sicuro, specie se ti trovi in quell'età in cui non sei più un bambino ma non sei ancora pronto per fare l'uomo.

Continua a leggere

Nürburgring: pensieri ed emozioni

nurburgring

Nürburgring, anzi Nordschleife. Il circuito su cui la Formula 1 non corre più dal 1976, anno dell'incidente a Niki Lauda. La prima volta ci entrai quasi per caso; 3 giri, insieme ad un amico del Barchetta Club Italia, sulla strada per un raduno in Olanda. Unico pazzo del gruppo, sulla via del ritorno mi fermai nuovamente, e rimasi lì due giorni. A girare. A guardare.

La prima volta che ci vai vedi solo la pista: 20,8 Km di curve. Circa 80. Tutte diverse. Salita, discesa, dossi in mezzo alla curva o proprio sul punto di staccata, curve in contropendenza. Il paradiso di chi ama guidare. 80 curve; a Monza ce ne sono 6. E sono curve adatte alle Formula 1 di oggi, mostri da 800 CV. Al Ring anche i 130 CV della Barchetta sono difficili da scaricare.
Vedi le vie di fuga: praticamente inesistenti! L'inferno verde, lo chiamano. Fa paura, ma è talmente bello che con il passare dei giri inizi ad osare. Impari a non alzare il piede. Al Ring vince chi frena poco, non chi accelera tanto.

Continua a leggere

Following the breath

Continua a leggere

Io, Cecilia, il Majong, il Comune di Genova e l'amore infinito

Adesso tutti hanno questa palla del Majong o come si chiama, anche Koch che è una figura di intellettuale di tutto rispetto perde tempo con le tesserine colorate per OS X l'hanno fatto quelli di Omniweb è carino io detesto quei giochi l'ho preso per Cecilia ho fatto male, ieri notte Cecilia mi ha svegliato dicendo che vedeva le tessere quando chiudeva gli occhi, non fa altro a stento mangia, una volta l'ho beccata che faceva giocare da solo il computer e lei guardava e basta, come dire che lei e il computer ormai sono la stessa cosa, ma lei non è d'accordo mi manda un email stamattina che recita:

Continua a leggere

Mestieri – Il palo della luce

Io di mestiere faccio il palo della luce.

Avrei preferito essere un albero, ma a conti fatti va bene lo stesso: ho radici di cemento, è vero, ma sono alto abbastanza da vedere tutt'intorno, e poi non ho il fastidio di spogliarmi d'inverno o il solletico di farmi crescere foglie nuove in primavera.
Che poi capita che d'estate un rampicante di quelli matti, bucando l'asfalto, mi si attorcigli addosso, con carezze rustiche e tenaci, anche se poi si sa che esce dalla canonica la perpetua e lo strappa via con vigore perché le fa disordine.
E comunque non sono meno vivo di un albero, malgrado le apparenze. Ho la mia vita sociale, niente male, varia. Tipo gli storni che si allineano sui fili e strepitano che vien Natale, o i cani che mi pisciano sui piedi e le lucertole che filano in alto a zigzag quando scotto d'estate.

Continua a leggere

Adulterazioni

Visto che mi concedete questi ottì vagamente letterari, alcune adulterazioni per salvarsi il sangue: attenzione potrebbero contenere un linguaggio offensivo per alcuni ed immagini che infastidirebbero un ragazzino sotto i sedici: se sei un ragazzino sotto i sedici, lascia stare, skippa questo messaggio, fai dell'altro, accenditi la radio: agli altri buona lettura.

Continua a leggere

Io, Cecilia e gli euroframmenti

Allora mi metto lì e tiro fuori tutti i miei mucchietti di monete che tenevo nascosti per i momenti di crisi, da quando andavo alle elementari, vagonate di spiccioli raccolti nelle scatole di conserva di pomodoro e inizio a dividerli, mi faccio delle scatolette per le monetine da 5 lire, da 10 lire, da venti lire da cinquanta lire, da cento lire, da duecento lire, da cinquecento lire e da mille lire, e inizio lo smistamento con cura quando arriva Cecilia.

«Cosa stai facendo?»
«Smisto gli spicciolini per portarli in banca»
«Ah, e quanti ne abbiamo?»
«Beh, da mille lire pochi ma in compenso sono pieno di quelli da 20 e da dieci, ne ho anche molti da cinque lire»
«Ma sei scemo?»

Continua a leggere

Sunday aperto

FONOGRAMMA N° 1059

FONOGRAMMA N° 1059

DA MINISTERO ESTERNI - SERVIZIO PROTEZIONE CIVILE AT COMANDO STAZIONE CARABINIERI ROCCA CANNUCCIA - Stop

URGONO NOTIZIE PRESUNTO SISMA, SOSPETTO EPICENTRO ZONA VOSTRA - Stop - CALCOLARE DANNI PROVOCATI MOVIMENTO TELLURICO ET CONTROLLARE SCALA MERCALLI - Stop - RISPONDERE IN FINE STESSO MEZZO, RIPORTANDO GRADI ESATTI - Stop - RACCOMANDASI MASSIMA URGENZA - Stop -
Continua a leggere

La scala Beaufort delle birre

La Scala Beaufort è una misura empirica dell'intensità del vento basata sullo stato del mare (ci si riferisce al mare aperto, a grande distanza dalle coste) o le condizioni delle onde.

Nota: le misure sono da una pinta.

Continua a leggere

Tecnici con la gonna

Quando si pensa 'tecnico' di solito l'associazione è 'maschio'. Automaticamente. Non sto qui ad indagare le ragioni storiche e sociologiche di questa sovrapposizione di concetti, un po' perché non ne ho voglia e un po' perché, se appena appena avete mantenuto una qualsiasi forma di contatto con la realtà, ci arrivate da soli.

Io rappresento una deroga a questa regola: ho la patata e faccio il tecnico informatico. Nel senso che lo faccio proprio, non che c'è scritto sul mio biglietto da visita, quello sappiamo tutti che non è una fonte attendibile. E non l'ho data a nessuno per ottenere il lavoro. E fin qui nessun problema: è un lavoro come un altro, mica mi vergogno, mia mamma mi ha sempre detto che tutti i lavori sono dignitosi, basta che siano onesti.

Continua a leggere

Dopo-sbronza

Dopo-sbronza di primo livello

Niente dolore.
Nessuna vera sensazione di malessere.
Il sonno della notte precedente è stato un po' troppo breve, ma ci stai abbastanza dentro.
Ringrazi gli dei di funzionare ancora piuttosto bene.
Tuttavia, hai una sete fottuta, che ti rimane anche se ti bevi dieci Coca Cola(s).
Anche se sei vegetariano, senti il bisogno di mangiarti una bella bistecca al sangue.

Continua a leggere

La Isla Grande

cuba

Atterriamo verso le 3 del pomeriggio.

Atteriamo stanchi ma contenti, impazienti di vedere con i nostri occhi se è vero quello che si dice in giro. Che qui i Cubani se la passano male. Che manca la luce anche 20 ore al giorno, che le macchine sono ancora quelle degli anni '50 e che il Regime non lo vedi ma lo senti nell'aria.
Ci hanno detto che a Cuba ci si deve andare almeno una volta nella vita, che devi viverla fino in fondo per capirla. Per conoscere la gente.
Ci hanno detto che Cuba la tua vacanza la devi fare da Cubano e non da turista, non importa anche se solo per 2 settimane.
Ci hanno detto che sarà indimenticabile e che sull'isola ci torneremo in un modo o nell'altro.

Continua a leggere

Io, l'IKEA e la morte

Insomma andiamo all'IKEA a prendere l'ultimo Billy marrone per la nostra sala, il bello dell'IKEA è che non vendono veramente librerie, ma vendono cose, e quindi tu invece che comperarti un salotto puoi prenderlo un pezzo ogni tanto, alla fine un salotto IKEA è una raccolta di cose messe le une accanto alle altre, e noi in un anno abbiamo comperato cinque librerie Billy marroni e ora ci manca l'ultima, c'è proprio il buco nella parete si vede che manca qualche cosa, e allora andiamo all'IKEA a comperare anche l'ultima libreria Billy marrone e quando siamo nella parte finale del budello IKEA andiamo dove di solito ci sono le librerie billy marroni e vediamo che lo scaffale è vuoto.
«Si vede che vanno a ruba» dice Cecilia perplessa.
«Sono le migliori» dico io a bassa voce e mi gratto il mento, e mestamente mi dirigo alle informazioni dove c'è un ragazzo che sembra un altro me stesso, solo che lui ha la maglietta gialla con la scritta blu IKEA.
«Salve – dico – mi serviva una libreria Billy marrone»
Il ragazzo mi fissa, come se non mi vedesse e poi mi dice che non esistono le librerie IKEA marroni.
«Uh. Ne ho cinque in salotto»
«Più» aggiunge il tipo passandosi una mano sulla faccia.
«Più» ripeto io senza capire.
«Non esistono più le librerie Billy marroni» l'IKEA non le fa più, adesso fa il color faggio.
«Cioé? Faggio cioé?» dice Cecilia che nel frattempo mi si è messa a fianco e inizia la sua burrascosa esplosione adrenalinica, non dovrei mai andare con Cecilia in un negozio, e il tipo ripete che l'IKEA non fa più le librerie Billy marroni, adesso c'è il nuovo color faggio.
Cecilia sorride e dice voi non potete. «Voi non potete» ripete e sorride serafica guardandosi le scarpe, e poi – di colpo – alza un braccio e lo abbatte sul tavolo e inizia ad alzare la voce e dice che lei ha scelto IKEA proprio come ha scelto COCA-COLA, cioé, cose che sono uguali in tutto il mondo e fra dieci anni la Coca Cola avrà lo stesso gusto di Coca Cola di dieci anni fa, e l'IKEA fra dieci anni farà ancora la Billy marrone nel caso cambiassimo casa e volessimo comperare la seicesima libreria Billy marrone, che fa parte dell'alleanza non scritta tra IKEA e consumatore, che non si butta così alle ortiche un rapporto fondato sulla serialità, e alla parola serialità Cecilia si passa una mano (quella non sbattuta sul tavolo) all'angolo della bocca per nettare via la saliva, e resta immobile a fissare il commesso con occhi fiammeggianti.
Il commesso ha intanto attuato la tecnica, certo io la penso esattamente come voi, e dice che abbiamo perfettamente ragione e che l'IKEA sono una manica di stronzi, e questa parte gli riesce facile.
Comunque – aggiunge – possiamo prendere il nuovo color faggio che è davvero molto bello, ma questa uscita sfortunata del commesso spacca il vaso di Pandora gelosamente custodito in Cecilia, e che rivela essere pieno di oscenità irripetibili che cosa cazzo me ne faccio di un Billy faggio che vuol dire molto chiaro in mezzo a cinque librerie Billy marroni che vuol dire molto scuro, e mentre Cecilia spiega questa cosa, fa anche dei mimi con le mani a significare il molto chiaro e molto scuro, e il numero cinque e il numero uno che si infila in mezzo al numero cinque, e il senso del mimo è che il commesso è un idiota e il commesso abbassa il capo e si prende dell'idiota, è retribuito.
«Senta – dico io – non c'è proprio modo di avere ancora dei Billy marroni, a noi ne serve solo uno», e viene fuori che sì, possiamo ordinare – pagando in anticipo – uno dei Billy marroni ancora rimasti in magazzino nel mondo e loro lo faranno arrivare qua e noi ce lo andremo a prendere.
E ce lo siamo presi, ci hanno dato un foglietto, quando arriva vi telefoniamo e voi andate nel magazzino che sta da un altra parte
rispetto all'IKEA e ve lo andate a prendere.

Continua a leggere

Chi mi partiziona l'anima

Prologo

Io mi chiamo Fabrizio, ho una compagna che si chiama Cecilia, un cane che si chiama Tobbia e un figlio, quadrimestrale, che si chiama Niccolò. Siamo abbastanza felici, benchè con cupi drammi economico/quotidiani, ma questo per capire le partizioni.
L'hard disk del mio iMac era partizionato in tre parti: Tobbia (dove c'è la cartella sistema e tutto il software), Fabrizio (dove ci sono le mie cose) e Cecilia (dove ci tiene le cose sue). Ora: qualche mese addietro ebbi la non fortunata idea di installare Linux sul mio computer, per vedere un po' come era. Utilizzai il programma datomi in dotazione da Applicando e cancellai la partizione Cecilia (che era di duegigaettrè), e ne feci due nuove, una chiamata sempre Cecilia di ungigaettrè e una sotto Linux di un giga e basta.
Installai tutto bene nessun problema. Guardai Linux, dissi «oh oh» richiusi non lo usai mai più.

Continua a leggere

Davanti a un piatto di gamberi mancini

I gamberi mi piacciono molto perché sono uguali me.
Camminano all'indietro e sembra che non facciano mai un passo avanti. I gamberi sono come me, camminano all'indietro. Però per loro andare indietro è come andare avanti, e andare avanti è andare dove non si è mai stati.

Continua a leggere

All'ombra delle antenne cosmiche in fiore

Milano, interno sera

Un capellone e la sua fidanzata, detta 'la bambina dalla testa rotonda', hanno appena finito di cenare e stanno chiacchierando tranquillamente seduti a tavola.
La stanza, più che una cucina, sembra il magazzino di un negozio che vende computer assemblati: su un tavolo tre monitor e due computer, altri quattro o cinque computer funzionanti sparsi sotto il tavolo e un numero imprecisato di computer spenti e aperti, più o meno completi, giacciono in giro per il pavimento.
Negli spazi pezzi di componenti e attrezzi: una scheda video, un banco di RAM, cacciaviti.
Quello che avanza è raccolto in casse di plastica distribuite in modo rigorosamente non predeterminato.

Continua a leggere

Se Hitler se la fosse presa con le zanzare forse sarei di destra

Stanotte non ho dormito per il prurito delle punture di zanzare, ho avuto un sacco di tempo per pensare a loro.
E non erano pensieri amorevoli.
Sono arrivata alla conclusione che il comportamento e il carattere delle zanzare sia caratterizzato geograficamente, esattamente come quello delle persone.

Le zanzare pugliesi, per esempio, appaiono tardi, verso le 23.00/23.30, ronzano facendo un rumore infernale e scassando ampiamente la minchia, insomma, una gran scena, ma poi, quando pungono, dopo mezz'ora è passato tutto; inoltre il segno della puntura è piccolino e visibile subito, per cui sai dove non grattarti per non peggiorare la situazione.
Buffone.

Continua a leggere
Translate