Corro.
Sto correndo.
Maratona.
Sputo sangue. Davanti a me, cinque.
Cinque soltanto.
Procediamo in gruppo, distanze minime. Ho gestito bene le energie, posso farcela, stringo i denti.
E se… supero tutti e vinco?
Non un’idea assurda, la meta è vicina. L’adrenalina mi dà nuove forze, adesso scatto.
Inaspettatamente, una salita.
Ciao… prendono il largo e mi lasciano lì. Solo. Ad arrancare.
Vabbè… sesto.
Ci sto.
Taglio il traguardo, osservo i miei conquistatori.
Quattro signore anziane, sull’ottantina o giù di lì; claudicanti e instabili sulle gambe, come me adesso. Una di loro si è portata dietro per tutta la gara, tenendola per mano, una frizzante bambina di tre anni, che non si è lamentata neppure una volta.
Mi sveglio.