Lo Hobbit italiano del 1937

A quanto pare, ultimamente sono un pochino ossessionato dalle prime edizioni dello Hobbit. Dopo aver acquistato la prima italiana, il facsimile della prima inglese e una autentica seconda inglese, mi è venuta un'idea.

Come sappiamo, qui da noi il romanzo di J.R.R. Tolkien è arrivato con un ritardo di 36 anni. In questo lungo arco di tempo l'autore ha apportato alcune modifiche e correzioni, in particolare in prossimità della pubblicazione del Signore degli Anelli, per rendere gli eventi più coerenti tra loro. Pertanto noi italiani non abbiamo mai avuto modo di leggere la primissima stesura.

Fino a oggi.

Mi sono infatti detto: perché non realizzare una anacronistica versione italiana della prima edizione inglese?

Eccola qui:

Ho riprodotto ogni singolo centimetro quadrato del libro con la stessa, identica, impostazione grafica; ma localizzando tutto (e intendo proprio tutto) nella nostra lingua.

Nota

Nonostante la copertina sembri telata, in realtà è solo un semplice espediente grafico (altrimenti avrei dovuto far realizzare il libro ad hoc, a ben altri costi); ma è comunque piuttosto efficace. :)

Segue la medesima regola anche la sopracoperta, scritta in un italiano velato di antichità grazie al prezioso contributo del mio amico Riccardo Riccobello (vedi più avanti).

Avvalendomi di servizi Web che calcolano il valore della sterlina e della lira nel corso dei decenni, ho stabilito un prezzo plausibile, al netto dell'inflazione, che il libro avrebbe potuto avere nell'economia dell'Italia del 1937: 18 lire.

L'errore e relativa correzione manuale (presenti nell'originale) al vero nome (Dogson) del creatore di Alice nel Paese delle Meraviglie, Lewis Carroll, ci sono anche qui.

Dalla prima edizione italiana ho preso le due mappe, quella di Thrór e quella delle Terre Selvagge.

Questo perché, curiosamente, è l'edizione con le mappe italiane qualitativamente migliori che si possano trovare. Lo so, è ridicolo; dover prendere un libro di mezzo secolo fa perché Bompiani non è capace di inserire una mappa decente nelle proprie pubblicazioni.

Mi sono quindi armato di pazienza e (molto) coraggio, lavorando con lo scanner, scattando decine di foto nelle vicinanze della rilegatura (non potevo infilare tutto il libro nello scanner, perché lo avrei rovinato) e ricomponendo il tutto in un'unica immagine che conservasse la stessa qualità dell'originale.

Trovi maggiori informazioni sulle mappe dello Hobbit (e confronti diretti) in questo dettagliato articolo.

Ho fatto stampare le due mappe da una tipografia e le ho incollate al libro.

Libro che ho fatto realizzare dall'ottimo sito web con cui ho creato i precedenti volumi (non è possibile stampare i risguardi, ovvero la parte interna delle copertine, ecco perché le mappe ho dovuto farle a parte).

Per colorare il lato superiore del libro ho utilizzato un evidenziatore. Il risultato è molto vicino all'originale.

Perché molti libri antichi avevano la parte superiore colorata? Non ci sono molte informazioni in merito, o perlomeno non ne ho trovate io di molto chiare. Ma in linea di massima sembra si facesse per mascherare l'ingiallimento delle pagine, causato dallo scorrere del tempo. Quando il volume è inserito all'interno della libreria, il lato interno superiore è l'unico visibile.

Cominciamo il veloce tour all'interno del libro. Tutte le scritte sono "italianizzate", la struttura dell'indice è identica.

Nota

La traduzione, qui e in altri punti del libro, se non diversamente indicato, è opera mia.

Sono presenti tutte le illustrazioni, opportunamente tradotte.

E intendo tradotte per davvero! Molte scritte all'interno dei disegni originali sono adesso, per la prima volta, nel nostro idioma.

Alcune sono state più impegnative di altre, ma il risultato è più che soddisfacente. È vero che anche nella prima edizione italiana alcuni titoli erano stati italianizzati, ma ho preferito rifarli per avere maggiore somiglianza con la calligrafia utilizzata da Tolkien.

Si comincia con la lettura. Toh, una nota…

Questo libro è pieno di note, divise in due categorie: le curiosità e le differenze fra la prima versione del libro (quella del 1937) e le edizioni successive.

Le curiosità si distinguono dal fatto che il testo è sottolineato, mentre le differenze tra le varie edizioni sono caratterizzate da testo in grassetto:

Ogni nota del secondo tipo si compone di tre sezioni. La prima mostra il testo italiano della traduzione di Elena Jeronimidis Conte, il secondo mostra il corrispondente inglese della prima edizione e la terza il testo inglese più attuale. Ogni nota inglese è preceduta da una sigla che indica in quale edizione è avvenuto tale cambiamento (per esempio UK III significa terza edizione).

Mi rendo conto che, così al volo, suona tutto molto confuso. Per questo alla fine del libro ho aggiunto una post prefazione (termine deliziosamente inventato) in cui spiego tutto bene per filo e per segno. Se vuoi leggerla, eccola qui:

Ho sempre voluto leggere la prima incarnazione di questo libro, che adoro. Ma, per farlo, era necessario un confronto diretto, per capire in quali punti il testo cambiava. In quasi tutti i capitoli ci sono piccoli o grandi ripensamenti da parte di Tolkien.

Un capitolo che invece è stato completamente stravolto è il quinto, che descrive le vicende che hanno portato Bilbo a trovare l'Unico Anello. Non mi dilungo molto su questo aspetto perché l'ho già fatto nella post prefazione ma, siccome di cambiamenti ce ne sono parecchi, il sistema delle note non poteva funzionare.

Ho pertanto riportato le differenti versioni al termine del capitolo.

Come dicevo ho tradotto tutto. Ma proprio tutto, quindi anche il testo alla fine del libro.

Compresa naturalmente la pubblicità ad altre pubblicazioni promosse dall'editore. A destra puoi intravvedere la post prefazione. :)

Tornando alla caratteristiche tecniche, purtroppo non mi è stato possibile riprodurre il libro utilizzando le stesse dimensioni dell'originale: la mia creazione (a destra nell'immagine, mentre a sinistra c’è il fac-simile della prima edizione inglese) è un pochino più grande, un A5 per la precisione.

Questo è dovuto al fatto che non c'era un formato compatibile tra i tanti messi a disposizione dall'azienda che ha stampato il libro (nel corso degli ultimi decenni, alcune dimensioni standard del mondo editoriale sono cambiate o scomparse). Alla fine ho scelto quello che più si avvicinava all'originale, impiegando come modello la mia seconda edizione inglese (benché anche lei non fosse identica alla prima UK; lo so, è complicato…). :)

Vorrei aprire una parentesi su un dettaglio apparentemente insignificante ma che invece non lo è. Si tende a pensare che le rune che scorrono sul bordo esterno della sopracoperta siano semplicemente estetiche; hanno invero un preciso significato:

Nel libro inglese la scritta è la seguente:

The Hobbit or There and Back Again, being the record of a year's journey made by Bilbo Baggins of Hobbiton; compiled from his memoirs by J.R.R. Tolkien, and published by George Allen and Unwin Ltd.

Dopo aver passato un intero pomeriggio col mio amico Riccardo, grandissimo esperto di Tolkien ed eccezionale doppiatore, traduttore e mille altre cose (sì, un intero pomeriggio per tradurre una singola frase!), siamo finalmente giunti a una soluzione definitiva:

Lo Hobbit o Andata e Ritorno, resoconto di un anno di viaggio di Bilbo Baggins da Hobbitopoli. Redatto sulla base delle sue memorie da J.R.R. Tolkien, e pubblicato da George Allen e Unwin.

Così ho riportato questa frase sulla mia copia, al posto dell'originale inglese. :)

Parentesi chiusa.

Il libro è stato mandato in stampa il giorno di Natale ma, per preparare tutto (sopracoperta, mappe, ecc.) mi sono servite alcune settimane extra. Anche perché erano fasi che richiedevano la presenza del libro per prendere le misure precise.

Ho terminato tutto il lavoro verso la fine di Febbraio, ma l'articolo esce solo oggi per una ragione ben precisa: evitare di rovinare lo scherzo del primo aprile organizzato in collaborazione con l'AIST.1Non volevo rendere troppo evidente la mia propensione a stampare libri più o meno credibili.

Per quel poco che possa valere, ho dedicato questo libro un po' clandestino alla prima (e unica, vedi la post prefazione) traduttrice italiana, che ho avuto il privilegio di conoscere lo stesso anno in cui è purtroppo venuta a mancare. :(

Ho realizzato alcune copie per un numero ristrettissimo di amici, pertanto rimarrà un volume molto esclusivo. Ma credo sia giusto anche così.

Ma tutti loro furono ingannati…

A quell'epoca Sauron non era ancora d'aspetto malvagio, ed essi accettarono il suo aiuto e diventarono potenti nella loro arte, mentre egli apprese tutti i loro segreti e li tradì, e forgiò di nascosto nella Montagna di Fuoco l'Unico Anello per dominarli.

Il Signore degli Anelli

Ma tutti loro furono ingannati, perché venne creato un altro Libro.

Nella Terra di Mordor, tra le fiamme del monte Fato, Sauron, l'Oscuro Signore forgiò in segreto un Libro Sovrano per controllare tutti gli altri. E in questo Libro riversò la sua crudeltà, la sua malvagità e la sua volontà di dominare ogni forma di vita.

Un libro per dominarli tutti.

Ok, non è andata proprio così. :)

L'idea di incollare le mappe al libro non mi andava a genio. Certo, era il sistema più semplice e immediato e il risultato è stato molto buono. Ma un pensiero mi tormentava fin dall'inizio. Un pensiero insistente e parecchio impegnativo…

Perché non disegnarcele sopra, le mappe? Ormai dovrei avere una certa esperienza in merito.

I motivi per cui non avrei dovuto farlo erano parecchi, a partire dal fatto che non sapevo come sarebbe stato il risultato finale. E se fosse stato brutto? E se avessi commesso errori? E se fosse accaduto qualche malaugurato evento fantozziano, tipo l'ampolla dell'inchiostro rovesciata su tutto il libro? Era una grande incognita ma ho pensato che, al peggio, avrei comunque potuto coprire tutto incollando le mappe stampate.

E così sono andato avanti…

Devo immodestamente ammettere di aver fatto bene. Le difficoltà sono state molte, a partire dal fatto che Christopher Tolkien ha lavorato su una superficie molto più grande di un A4, ed è stato in grado di tracciare linee e scritte molto più eleganti delle mie. Ma in fondo sono decisamente contento del risultato; anche perché, a ben vedere, in fin dei conti queste mappe rimarranno chiuse dentro un libro e non esposte alla pubblica gogna.

Ho sperimentato l'utilizzo di un inchiostro argentato per riprodurre le rune lunari. Benché la punta del pennarello fosse troppo spessa (le rune sono sottili e taglienti), a me lo sbrilluccicamento finale piace davvero tanto.

La seconda mappa, quella delle Terre Selvagge, è stata decisamente più ard(u)a2Questa la capiscono in pochi. ;P, vista la maggiore concentrazione di elementi all'interno della pagina. L'esperienza maturata con la cartina di Thrór mi ha spronato a prendere una decisione molto coraggiosa: disegnarla direttamente a china, senza prima fare una tracciatura a matita (se non per alcune scritte).

Mi sono divertito ancora di più che con la precedente. Col senno di poi, confrontando la mia mappa con quella originale, devo ammettere di essere andato molto a braccio, non mantenendo tutte le proporzioni perfette.

Ma nell'insieme me la sono cavata bene, meglio del previsto. :)

C'è stato naturalmente qualche errore, quando sovrapensiero ho scritto "Monte Guerriero" invece di "Monte Guerrinferno" ma, non si sa come, sono riuscito a inserire le lettere mancanti senza dover apportare alcuna correzione.

Il danno maggiore me l'ha causato il pennino. Per il tratto nero ho deciso di usare inchiostro di china all'interno di una penna stilografica. Solitamente con la china si usano i pennini tecnici, che sono molto più uniformi e precisi. Ma io volevo un tratto variabile, perché una mappa è disegnata a mano e non con il tecnigrafo. Avevo però bisogno di due stilografiche, una per il nero e una per il rosso. Mian ne aveva due ma una, mi ha detto, era difettosa. Scriveva male e l'inchiostro usciva in modo non uniforme.

Ah! Mi sono detto. Ti pare che non sono capace di domare una stilografica? E ho ignorato i suoi saggi consigli.

A un certo punto, vedi sopra, la penna si è imbizzarrita e ha cominciato a rigurgitare litri di inchiostro rosso sulla pagina, creando disastri. Certo, niente di irrimediabile, parliamo di pochi millimetri, ma sufficienti per farmela lanciare dall'altro lato della stanza.

Risultato: mi rimaneva una sola stilografica per cui il resto del disegno rosso ho dovuto terminarlo con un pennino tecnico, il cui tratto è molto meno personalizzabile.

Pazienza, dai. Rimane in ogni caso l'Unico Libro, in grado di dominarli tutti! :)

10 pensieri su “Lo Hobbit italiano del 1937

  1. Ti faccio i miei più sentiti complimenti. Questa è la dimostrazione che quando c'è tanta passione, niente è irrealizzabile. Mi rammarico solamente di non poter acquistare una copia di questo piccolo, grande capolavoro. Ancora complimenti.

  2. Complimenti!!!

    P.S.
    "La seconda mappa, quella delle Terre Selvagge, è stata decisamente più ard(u)a."
    Questa è geniale.

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