To Middle-Earth and back again

In questi giorni ho preso il coraggio a due mani e ho finalmente cominciato a leggere Il Silmarillion di Tolkien, una sorta di opera omnia in cui sono narrati tutti gli eventi sociologici, storici e geografici dei suoi racconti, dalla creazione del mondo a… boh, non l'ho ancora finito, immagino fino alla fine. ;)

Ma non è del Silmarillion che volevo parlare. Come qualcuno già sa, il mio libro preferito in assoluto è Lo Hobbit. L'ho comprato per caso quasi 30 anni fa, su insistenza di un libraio che non smetterò mai di ringraziare. Cercavo un regalo per il compleanno di mio padre e sono tornato a casa con questo racconto. Poi ho letto per curiosità le prime dieci pagine e mi sono recato nuovamente in libreria a comprargli un altro libro. Questo me lo sono tenuto io!

Thorin's map di Daniel Govar

Bene, più o meno una volta all'anno mi piace rileggerlo. Ho anche una versione in inglese che prima o poi affronterò (l'ho letta e, col tempo, se ne sono aggiunte altre decine di copie) e una a fumetti che è un piccolo gioiellino. Ma per tradizione ho sempre riletto questo, che ormai è consumato all'inverosimile e rischia di sbriciolarsi da un momento all'altro.

Ieri, curiosando online tra le varie edizioni cartacee, mi si è aperto un nuovo mondo. Sono capitato per caso su un thread (purtroppo ora rimosso) chiamato “Qual è la migliore edizione italiana de Lo Hobbit?” e ho scoperto che, contrariamente a quanto ho sempre pensato, le varie edizioni non sono rimaste immutate negli anni ma hanno subito numerose modifiche e piccoli cambiamenti anche nel testo. C'è una fantastica versione illustrata da Alan Lee, storico disegnatore tolkieniano e quella che mi ha immediatamente folgorato: la versione annotata a cura di Douglas A. Anderson (che non conosco ma pare abbia fatto un lavoro titanico).

Trattasi del racconto originale con aluni nomi opportunamente corretti («Smog» in «Smaug», «Uomo Nero» in «Troll», «Pungiglione» in «Pungolo» e così via) e una congruenza maggiore con Il Signore degli Anelli. Ma la principale caratteristica è quella di contenere circa 150 disegni (tra cui molti di Tolkien stesso) e 300 note che aiutano a contestualizzare ogni parte del libro con l'universo fantastico dell'autore.

Ho quindi deciso che dovevo averlo. Un ulteriore approfondimento ha rivelato però la triste verità: la versione cosiddetta ‘deluxe’ del 2004, l'unica con copertina rigida (almeno in italiano) è ormai praticamente introvabile. Rappresenta la miglior edizione mai creata ed è ormai cercata col lanternino dai collezionisti.
Ho guardato in ogni dove (virtuale) ma le uniche due copie che ho trovato sono state vendute rispettivamente a 156 e 91 euro su Ebay. Per quanto possa adorare Tolkien si tratta di una cifra davvero esagerata, visto che la versione inglese la si trova comodamente intorno ai 22 euro su Amazon.

Aggiornamento: 22 Dicembre 2022

Oggi questo volume si trova su ebay intorno ai 300 euro per cui, col senno di poi, ho probabilmente fatto male a non prenderla a suo tempo, anche a un costo elevato. Ma continuo a non pentirmene, ci sono edizioni molto più belle e a prezzi molto più abbordabili.

Così mi sono rassegnato e ho preso la più recente disponibile sul mercato, quella in brossatura, a 11 euro e 30 centesimi. Che in più ha comunque una traduzione apparentemente più accurata (ma, rovescio della medaglia, ha alcune note che sorprendentemente non sono state adeguate la nuovo formato, per cui i riferimenti puntano a pagine errate) pur peccando in dimensioni (e dunque nella leggibilità di mappe e note) e assenza di alcune illustrazioni.

La vecchia storia delle 20 righe…
Aggiornamento: 22 Dicembre 2022

C'è stato un tempo, durante i primi anni 2000, in cui gran parte dei volumi del Signore degli Anelli difettava di circa 20 righe di testo al termine del capitolo Molti incontri. Oggi, fortunatamente, il problema è stato risolto, ma quando ho scritto questo articolo, reperire una edizione completa era una vera impresa.

Naturalmente non potevo fermarmi qui, visto che in un altro thread (purtroppo eliminato pure lui) sul medesimo forum ci si poneva la stessa domanda riguardo Il Signore degli Anelli. E ho scoperto così che in quasi tutte le versioni moderne, quelle successive al 2003, Bompiani si è trascinata dietro una mancanza di circa 20 righe di racconto al termine di un capitolo. Ma questo è un argomento che affronterò in futuro, quando saranno finalmente maturati i tempi per una rilettura.

Volevo concludere segnalando un post molto interessante (benché ormai superato) che cerca di riassumere quanto detto sopra, consigliando la migliore versione (italiana e in lingua originale) delle tre più celebrate opere di Tolkien. Attribuendo giustamente tutto il merito all'autore Mauro Longo, mi permetto di riportare l'elenco (aggiornato al 2022) anche in questa pagina. Internet è un posto fantastico ma col tempo i siti tendono a sparire e preferisco averne una copia salvata a futura memoria. :)

Ecco dunque a voi le migliori versioni de:

Lo Hobbit

1 – Annotato e rilegato

di Lady Galadriel

Questa rimane la migliore edizione benché, come ho scritto sopra, introvabile se non a costi assurdi. In alternativa c'è sempre quella nera, che a oggi è anche l'unico volume italiano attualmente in vendita.

Lo Hobbit annotato, ampliato e completamente rivisto nel 2002 da Douglas Allen Anderson, è la spiegazione definitiva delle fonti, dei personaggi, dei luoghi e delle cose del classico senza tempo di J.R.R. Tolkien. Integrate con le note di Anderson e collocate a fianco del testo della storia originale, completamente restaurato e corretto (aggiornamento apprezzabile in Italia soltanto a partire da questa uscita di ottobre 2004), si possono trovare più di 150 illustrazioni, che mostrano le interpretazioni de Lo Hobbit proprie di diverse culture che sono giunte a conoscere e ad amare la Terra di Mezzo. Sono inclusi pure i disegni, le mappe e i dipinti a colori originali di Tolkien, che rendono quindi questa edizione la più ricca di informazioni tra tutte quelle disponibili attualmente sul mercato.
Lo Hobbit annotato palesa come J.R.R. Tolkien affrontò la sua opera di scrittore, quali fossero le sue influenze e i suoi interessi, e come questi siano connessi ai dettagli della Terra di Mezzo. Il libro offre, inoltre, un'interessante panoramica sulla vita di Tolkien e sulla storia della pubblicazione de Lo Hobbit e spiega come ogni caratteristica della trama si adatti al resto del mondo inventato dall'autore: apprendiamo, ad esempio, come il personaggio di Gollum fu riveduto per adattarsi alla vera natura dell'Unico Anello e possiamo leggere il testo completo de ‘La Cerca di Erebor’, la spiegazione da parte di Gandalf di come decise di mandare Bilbo Baggins in viaggio con i Nani. Anderson realizza anche connessioni ricche di significato e spesso sorprendenti con il nostro mondo e la storia della letteratura a noi più nota, da "Beowulf" a "The Marvellous Land of Snergs", dai fratelli Grimm a C.S. Lewis.

Si tratta allora di una vera e propria enciclopedia di curiosità e aneddoti, in un volume che per dimensioni (altezza e larghezza) è perfettamente compatibile con Il Signore degli Anelli illustrato da Alan Lee e Il Silmarillion illustrato da Ted Nasmith. In copertina domina il particolare dell'artwork ‘Bilbo Flies on Eagle's Wings’, disegnato da Gerd Renshoff e Ron Ploeg. La carta è spessa ed è piacevole al tatto. Le immagini a colori (riunite a parte al centro del libro) sono proposte su pagine patinate – inserite ad hoc – diverse dal resto dell'opera, ma senza che questo interferisca con l'omogeneità della rilegatura.

Tra le annotazioni aggiuntive in esso previste, si segnala la possibilità di leggere persino l'originaria versione dell'incontro tra Bilbo e Gollum, antecedente all'essenziale e sostanziale intervento che J.R.R. Tolkien fu (diversi anni dopo la sua pubblicazione in patria, ma sempre prima che giungesse in Italia) costretto a perpetrare per renderlo maggiormente coerente con la trama de Il Signore degli Anelli. Il capitolo quinto finì per essere fondamentalmente stravolto, affinché collimasse con il successivo capolavoro. Tale operazione fu condotta in prossimità dell'uscita di The Lord of the Rings, avvenuta tra il 1954 e 1955 (The Hobbit era del 1937). Considerato il fatto che da noi furono stampati solo una dozzina di anni dopo, l'avere per la prima volta quel documento nella nostra lingua è, a mio avviso, un'occasione da non perdere. Per non parlare delle informazioni estese e ampliate che Douglas Allen Anderson ricavò, fra le altre fonti, dalla raccolta di dodici volumi The History of Middle-earth (ancora inedita in Italia, il che rende il tutto assai più prezioso e unico nel suo genere), disponibili solamente a partire da questo tomo specifico!

La mappa delle Terre Selvagge e la mappa di Thror sono riprodotte su una singola pagina interna ciascuna, quindi perfettamente leggibili nella loro interezza, dato il grande formato del volume, senza che il centro divenga invisibile, come invece sarebbe accaduto se le avessero suddivise su due pagine. Ulteriore pregio è la revisione apportata da Oronzo Cilli alla traduzione italiana, al fine di uniformarne il contenuto con quello de Il Signore degli Anelli. Per fortuna i cambiamenti si riflettono sia nel testo sia nelle mappe, una coerenza apprezzabile che non era affatto scontata.
Tra le principali novità si possono segnalare: «Smaug» invariato (era «Smog»), «Troll» invariato (era «Uomini Neri»), «Sting» diventa «Pungolo» (era «Pungiglione»), «Dale» è tradotto in «Valle» (era invariato), «Carrock» invariato (era «Carroccia»), «Hobbiton» è convertito in «Hobbiville» (era «Hobbitopoli»), «Rivendell» è reso con «Gran Burrone» (era «Forraspaccata»), «Lake-town» si attiene al letterale «Città del Lago» (era «Pontelagolungo»).
L'incipit italiano è diverso: «In a hole in the ground there lived a hobbit.» diviene «In un buco nel terreno viveva uno Hobbit.» (era «In una caverna sotto terra viveva uno hobbit.»). L'intestazione di certi capitoli è cambiata, così come il classico sottotitolo del libro, tornato ad essere più fedele a quello in inglese: «The Hobbit, or There and Back Again» corrisponde ora a «Lo Hobbit, o Andata e Ritorno» (era «Lo Hobbit, o la Riconquista del Tesoro»).
Altre "correzioni": «Midsummer» reso con «Mezza Estate» (era «Ferragosto»), «Yule-tide» con «gli ultimi giorni dell'anno» (era «il periodo natalizio»), «mince-pie» con «crostata di frutta fresca» (era «torta di frutta») e «cram» invariato (era «rimpinzimonio»).

Purtroppo questa edizione ‘deluxe’ de Lo Hobbit annotato dell'ottobre del 2004 è esaurita dai fornitori e dall'editore, non essendoci state ristampe da diversi anni (ve ne fu una nel gennaio 2005). Comunque, nel caso abbiate la fortuna di avvistarla, il mio consiglio è di non lasciarsela sfuggire. Vale ogni centesimo del suo prezzo.

2 – Illustrato da Alan Lee

Questa versione include disegni, in bianco e nero e a colori, del grandissimo illustratore tolkieniano Alan Lee, ma anche una traduzione diversa da quella del titolo indicato sopra.

La nuova versione è stata realizzata con la supervisione della Società Tolkieniana Italiana ed è quindi la migliore attualmente in circolazione, sebbene a questo punto non sia più esattamente omologata a quella del Signore degli Anelli.

Ha mappe orribili, leggi qui.

3 – In lingua originale

Vale lo stesso discorso di quelle italiane:

The annotated Hobbit
The illustrated Hobbit

Il Signore degli Anelli

1 – Illustrato da Alan Lee (traduzione O. Fatica)

In seguito alla diatriba legale tra la principessa Alliata e Bompiani, la sua traduzione è stata ritirata (forse per sempre) dalle librerie, e l'unica edizione attualmente acquistabile è quella con la nomenclatura di Ottavio Fatica.

Suggerire una versione ideale de Il Signore degli Anelli è più semplice che farlo per Lo Hobbit. In questo caso infatti non abbiamo una versione ‘annotata’ quindi l’edizione più sontuosa rimane Il Signore degli Anelli rilegato della Bombiani, che contiene la nuova traduzione di Ottavio Fatica e decine di illustrazioni di Alan Lee.

2 – Traduzione Alliata/Principe

Non tutti amano la nuova traduzione di Ottavio Fatica, per cui l’alternativa è reperire una copia della precedente localizzazione realizzata dalla principessa Vittoria Alliata di Villafranca (con revisione di Quirino Principe). Non essendo più disponibile alla vendita per volontà dell’autrice, l’unica soluzione rimane il mercato dell’usato.

3 – In lingua originale

La scelta migliore per un’edizione in lingua originale (lasciando perdere quelle da veri collezionisti) é The Lord of the Rings rilegato e illustrato da Alan Lee, ovvero la versione originale de Il Signore degli Anelli rilegato della Bombiani, ma ovviamente senza problemi di traduzione o parti mancanti.

È recentemente uscita anche una bellissima edizione deluxe rossa (mostrata qui a fianco), anche se il costo è importante.

Il Silmarillion

1 – Illustrato da Ted Nasmith

di Lady Galadriel

Il Silmarillion, disponibile dall'ottobre 2004, è il volume splendidamente arricchito dal fascino dell'arte di Ted Nasmith, fra i più noti illustratori tolkieniani. Corrisponde alla seconda versione dell'analogo inglese o americano, quella con più tavole a colori (rispetto alla precedente, inedita in Italia). Il libro è pregiato nella rilegatura, nella veste grafica e nella qualità di stampa, con fogli bianchi e spessi dall'effetto ‘lucido’, perché di carta patinata. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, quest'ultima caratterizza tutte le pagine, anche quelle semplicemente scritte, e non si limita appunto solo a quelle dedicate alle immagini, le quali sarebbero comunque già state ben rifinite dato il grande formato, ma ovviamente traggono ulteriore vantaggio dalla miglior resa fotografica. Le iconografie sono altresì correttamente disposte, ciascuna accanto al passo da essa raffigurato.
Per dimensioni (altezza e larghezza) l'opera è perfettamente compatibile con Il Signore degli Anelli illustrato da Alan Lee e Lo Hobbit annotato (versione deluxe).

Il contenuto riflette la seconda edizione di The Silmarillion, uscita in terra inglese nel 1999 e in terra americana nel 2001. Rispetto alla prima, datata 1977, si possono evidenziare alcune sostanziali differenze. In generale, questa più recente prevede la correzione degli errori testuali. Ma forse immediatamente riconoscibile è invece l'inclusione della corposa lettera di J.R.R. Tolkien a Milton Waldman, scritta nel 1951 (la #131 in La Realtà in Trasparenza: Lettere 1914-1973), una lettura imprescindibile per tutti coloro i quali fossero interessati a conoscere le profonde relazioni che intercorrono fra Il Silmarillion e Il Signore degli Anelli, per mano del loro stesso autore. Quando, infatti, la Allen & Unwin rifiutò di dare alle stampe entrambi i titoli, Tolkien si rivolse a Milton Waldman della Collins. Nella speranza di riuscire a convincerlo (purtroppo riscuotendo l'ennesimo rifiuto), Tolkien formulò un'epistola molto lunga, per dimostrare come i libri fossero interdipendenti e indivisibili. Delle sue oltre 10.000 parole, solo una versione ridotta è qui pubblicata, tagliando le discussioni relative alla Terza Era della Terra di Mezzo. Anche così, comunque, rimane un contributo illuminante e prezioso per gli appassionati di J.R.R. Tolkien e del suo legendarium.
Il documento è preceduto dalla Prefazione alla seconda edizione di Christopher Tolkien.

A tutto ciò si aggiunga la revisione, condotta da Marco Respinti, apportata alla traduzione italiana, in prevalenza al fine di armonizzare nomi, toponimi e appellativi al testo de Il Signore degli Anelli, con numerosi cambiamenti talvolta significativi (come «Helm's Deep», che passa da «Voragine dell'Elmo» a «Fosso di Helm»). Eppure, a dispetto di tale intento, sono inoltre sostituiti certi altri vocaboli o espressioni letterarie, perché ritenuti più aderenti all'originale in lingua inglese, per esempio risolvendo finalmente una fra le più gravi ambiguità, ovvero la pessima e inadeguata scelta di utilizzare «Stregone» sia per i membri dell'Ordine degli Istari sia per il Signore dei Nazgûl (gli Spettri dell'Anello), di fatto rendendoli indistinguibili. Ora qui si ha per la prima volta (e al momento unica, purtroppo) un'ottima e chiara distinzione tra colui che è un «Mago» («Wizard»), come Saruman il Bianco, Gandalf il Grigio o Radagast il Bruno, e quello che al contrario è il «Re Stregone di Angmar» («Witch-king of Angmar»), nel pieno rispetto fedele delle espressioni usate da Tolkien.
Per approfondire la questione, anche nelle sue solide motivazioni filologiche, si legga l'interessante e utile nota del curatore (#22) nell'Indice dei nomi, relativa proprio alla voce «Istari».

Sono rimediati pure diversi refusi (tipo nella frase «scoprirai tutti i segreti pensieri della mia mente» che Ilúvatar rivolge a Melkor… si ripristina «tua» al posto di «mia», oppure «Esildur» riportato al giusto «Isildur» o «Celeborn e Curufin» a «Celegorm e Curufin») e sono alterati i titoli dei capitoli (per alcuni è addirittura ritradotto l'intero corpo del testo, ad esempio l'Ainulindalë o quello su Aulë e Yavanna). Si segnala tuttavia il permanere nuovamente di certe imprecisioni, sopravvissute alle modifiche, come: «wolves» resi in un'occasione «volpi» invece di «lupi», i «Three» (i «Tre» Anelli degli Elfi) divenuti «Albero» in un'occorrenza, «and it is sung that» resta «cantava» anziché «e si racconta che», la «Black Spear» (lancia) di Morgoth è sempre una «nera spada»…
Ad ogni modo e per fortuna la mappa, ripiegata e allegata al termine dell'opera, è coerentemente aggiornata di conseguenza (dettaglio non scontato). Come assolutamente positivo e apprezzabile è, nell'Indice dei nomi, l'aver previsto fra parentesi quadre e in corsivo anche le voci e le definizioni in lingua inglese, utili per una lettura comparata del testo originale e del testo tradotto.

Qualche ulteriore confronto: da «Esisteva Eru, l'Uno, che in Arda è chiamato Ilúvatar; ed egli creò per primi gli Ainur, i Santi, rampolli del suo pensiero, ed essi erano con lui prima che ogni altro fosse creato» si passa a «Esisteva Eru, l'Unico, che in Arda è chiamato Ilúvatar; ed egli creò per primi gli Ainur, Coloro che sono santi, progenie del proprio pensiero, ed essi erano con lui prima che ogni altra cosa fosse creata»; «Ilúvatar, creò gli Ainur dalla propria mente» diventa «Ilúvatar, creò gli Ainur dal proprio pensiero»; «poi essi assunsero abito terrestre» cambia in «poi essi vestirono gl'indumenti della Terra»; «il suo dominio si esercita su tutte le sostanze onde è fatta Arda» è ora «la sua signoria si estende su tutte le sostanze di cui è fatta Arda»; «Oromë è un possente signore» diviene «Oromë è un signore potente»; «Ma in tardi anni si levò simile a ombra di Morgoth e a un fantasma della sua malizia, e lo seguì passo passo, lungo il rovinoso sentiero che lo trasse giù nel Vuoto» è sostituito da «Ma in anni successivi si levò come un'ombra di Morgoth e come un fantasma della sua malvagità, e lo seguì lungo le medesime strade rovinose che conducono nel Vuoto».

2 – In lingua originale

È da poco uscita una nuova edizione inglese del Silmarillion, illustrata da J.R.R. Tolkien, affiancata da una meravigliosa deluxe che fa coppia con quella rossa del Lord of the Rings.

Si tratta di edizioni che, seppur non limitate, sono una meraviglia per gli occhi, e meritano di sicuro un posto importante all'interno di ogni libreria tolkieniana che si rispetti.

Occhio però che c'è da farsi male, col portafoglio!

Cercherò di tenere aggiornato questo articolo nel tempo, ma non prometto niente. :)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Translate