Tecnici con la gonna

Quando si pensa 'tecnico' di solito l'associazione è 'maschio'. Automaticamente. Non sto qui ad indagare le ragioni storiche e sociologiche di questa sovrapposizione di concetti, un po' perché non ne ho voglia e un po' perché, se appena appena avete mantenuto una qualsiasi forma di contatto con la realtà, ci arrivate da soli.

Io rappresento una deroga a questa regola: ho la patata e faccio il tecnico informatico. Nel senso che lo faccio proprio, non che c'è scritto sul mio biglietto da visita, quello sappiamo tutti che non è una fonte attendibile. E non l'ho data a nessuno per ottenere il lavoro. E fin qui nessun problema: è un lavoro come un altro, mica mi vergogno, mia mamma mi ha sempre detto che tutti i lavori sono dignitosi, basta che siano onesti.

Per cui vivo questa cosa abbastanza serenamente, se mi chiedono che lavoro faccio lo dico senza falsi pudori.
Ma con un po' di trepidazione se l'interlocutore è un uomo. Sì, perché gli uomini non sono preparati al fenomeno 'tecnico con la patata', non sono ancora capaci di affrontare la cosa in modo sereno, come se fosse normale. Di solito assumono una serie di atteggiamenti che possono essere catalogati in 4 grandi categorie.

Prima categoria: lo scettico

Lo scettico nega strenuamente il fatto che una donna possa avere la più pallida possibilità di essere un tecnico e, se ne vede una, nega qualsiasi evidenza. Il cliente scettico chiama il centralino e chiede di un tecnico. Il centralino gli passa la sottoscritta e lo scettico esordisce «Buongiorno signorina, mi passi un tecnico». A quel punto se ho voglia di lavorare mi faccio spiegare il problema e lo tramortisco con sfoggio di competenza e termini tecnici, altrimenti gli passo un tecnico.
Il collega scettico ti aiuta, sempre, ma non per gentilezza. Il collega scettico è convinto che tu sia la segretaria del capo, non è ancora andato a chiedergli perché mai faccia configurare dei Cisco 7200 alla sua segretaria solo perché, notoriamente, i tecnici informatici sono poco espansivi.

Seconda categoria: il denigratore

Il denigratore prende atto del fatto che ricopri un ruolo tecnico, ma è convinto che tu non ne sia all'altezza, in nessun modo e in nessun caso. Se sei in quel posto è solo perché:

  1. hai relazioni di parentela con qualche capoccia oppure
  2. hai scambiato qualche liquido biologico con lo stesso oppure
  3. a+b

Il cliente denigratore ti spiega il suo problema, ma prima, dopo e durante la spiegazione precisa: «è una cosa piuttosto complessa, magari ci vogliono competenze di un certo tipo, non so se lei se la sente, se vuole richiamo più tardi e parlo con un suo collega».
Di solito la 'questione delicata e complessa' per la quale io non avrei le competenze necessarie consiste nel riavviare il server. Premendo un tasto. Non sto lì a spiegargli che anche le donne hanno il dito indice, potrebbe attaccarmi una pippa infinita sulla sindrome da invidia del pene. Il collega denigratore te lo dice in faccia che sei femmina e di computer, di conseguenza, non capisci una benemerita, mascherando la cosa da scherzo geek un po' virile. Ma se conosci i geek sai che non scherzano mai sui computer. E neanche sulle femmine.

Terza categoria: L'ammiratore

Non si direbbe, ma forse è il peggiore. L'ammiratore ti riconosce lo status di tecnico come elemento di sex appeal: una donna tecnico è il sogno erotico più ricorrente e proibito dell'ammiratore. L'ammiratore estremo è ancora peggio: la donna tecnico per lui è un feticcio: una specie di miracolosa fenice venuta fuori dalle ceneri di uno Spectrum ZX. Costui raccoglie i braccialetti antistatici che butti via e li conserva in una bacheca anti-proiettile; salva le tue email, le stampa e le porta, una volta a settimana, in una busta chiusa con la cera lacca in un caveau di una banca svizzera; ha una crisi da sindrome di Stendhal tutte le volte che entra in sala macchine e ci sei tu.
Il cliente ammiratore comincia a bombardarti di mail e telefonate per i problemi più stupidi, anche quelli che non c'entrano col tuo lavoro «sai, la vasca da bagno perde, saranno mica i DNS?».
Se appartiene alla categoria dell'ammiratore estremo, la scena continua con te che gli spieghi che è il caso di chiamare un idraulico o comprare del silicone e lui che ti risponde «Grazie, sei un genio, da solo non ci sarei arrivato».
Il collega ammiratore è un po' meno pericoloso ma ugualmente destabilizzante. Il collega ammiratore perde una giornata a insegnarti come si crimpano i cavi cross e ha le lacrime di commozione agli occhi la prima volta che ci riesci da sola, ti aspetti quasi che da un momento all'altro ti chiami 'la sua bambina'. In ogni caso non invidio i suoi figli.
Di ammiratori estremi tra i colleghi non ne ho ancora incontrati, ma credo che non esistano: i geek vivono in un mondo tutto loro, è vero, ma non sono così coglioni da non capire che alla base della carriera c'è la competizione.

Quarta categoria: l'evoluto

L'evoluto è quello che, personalmente, sopporto meno.
L'evoluto è quello che si comporta come se il fenomeno 'donna tecnico' fosse per lui assolutamente normale, ma in realtà ha lo stesso approccio di mia nonna quando dice «poverini i gay, anche loro hanno diritto a vivere».
L'evoluto ti tratta da pari a pari, ma di solito preferisce i giorni del calendario in cui sei in ferie.
Il cliente evoluto ha un approccio assolutamente neutrale, salvo poi pagarsi un tecnico dedicato e assicurarsi che il maschile non sia una declinazione generica. Il collega evoluto, essendo abituato ad avere a che fare con uomini, non ha la più pallida idea di come rapportarsi con questa nuova entità, ne derivano situazioni che lasciano a dir poco perplessi, tipo ricevere come complimento per un lavoro fatto bene: «ce l'hai veramente duro!».
Non ho ancora capito a quale categoria appartenga il mio capo, ma visto che mi ha assunta e alla luce dell'analisi fatta, deve essere un outsider di quelli più immondi: l'ammiratore occulto.
Quello che mi chiedo è: se mi ha assunta per le mie tette, non avrebbe massimizzato l'utilizzo del budget assumendo un uomo e facendo un abbonamento a Playboy?

Io comunque cerco di non prendermela e ora torno a limarmi le unghie e a leggere Novella 2000, che poi torna e vuole il pompino delle 15:00 insieme al caffè.

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