John Steinbeck l'ha soprannominata 'La strada maestra', gli americani la definiscono la strada principale d'America, la 'Mother Road', il resto del mondo la conosce come Route 66. Dal 1927 al 1984, l'interstatale 66 ha collegato Chicago con Los Angeles passando per 8 Stati, 3 fusi orari e 3 zone climatiche. 4.000 leggendari chilometri d'asfalto che i viaggiatori ancora utilizzano.
Un po' di storia
Nel XIX secolo le uniche strade esistenti erano quelle tracciate dai pionieri e dagli indiani in funzione delle loro necessità. Ci voleva un anno per attraversare la nazione a meno che non si viaggiasse in treno.
Soltanto nei primi anni '20, venticinque anni dopo l'invenzione dell'automobile, il Congresso decise che le strade dovevano essere asfaltate. La Route 66 avrebbe attraversato l'intera nazione da Est a Ovest, permettendo a centinaia di cittadine di provincia del West di uscire dal loro isolamento.
La strada divenne presto il simbolo della libertà di movimento e dell'espansione economica; avrebbe conquistato il suo status di leggenda nei primi anni '30 quando la siccità e le famose 'Dust Bowls', le tempeste di sabbia, colpivano la zona centro-occidentale del Paese.
Tre milioni di persone abbandonavano le loro fattorie in Oklahoma e Arkansas dirigendosi verso la California.
Un esodo doloroso attraverso centinaia di chilometri di deserto. La Route 66 non era ancora praticabile per le lunghe distanze sebbene molti di questi pellegrini della sabbia non avrebbero potuto sopravvivere al lungo viaggio se la stessa non fosse esistita. Durante la II guerra mondiale campi d'addestramento e basi militari si trasferirono nell'area.
La 66 divenne una strada strategica per il trasporto di personale militare e armamenti dal Pacifico all'Atlantico. Uno di questi soldati, Bobby Troup, scrisse il testo della famosa canzone di Nat King Cole 'Get your kicks on route 66'. Si sviluppò così, lungo questa strada, una nuova cultura, sconosciuta fino a quel momento: quella dei motel e delle stazioni di servizio, delle insegne al neon e delle sorridenti e procaci cameriere.
La vera e propria American way of life. Il traffico divenne subito intenso dopo l'adozione delle ferie retribuite e l'ingresso dell'automobile tra i beni comuni. La vecchia strada era troppo stretta per le nuove grandi macchine. Gli incidenti divennero sempre più frequenti.
La strada maestra a cui molti pellegrini dovettero la loro vita, divenne famosa come la 'strada del sangue' o il 'killer a due corsie'.
Negli anni '50 il governo decise di costruire le nuove interstatali che collegavano gli stati in modo più veloce e sicuro. La realizzazione durò trent'anni. La vecchia Route 66 non era più necessaria. Motel e stazioni di servizio chiusero i battenti uno dopo l'altro, diverse cittadine videro diminuire il numero dei propri abitanti, i cartelli stradali vennero rimossi. Larghi tratti della strada furono abbandonati, altri chiusi. Nel 1984 la Route 66 venne ufficialmente cancellata dalle mappe stradali.
Ciononostante, il mito rimase. La strada divenne il paradiso dei motociclisti e gli americani continuarono a esserle fedeli e infinitamente devoti. Nel 1987 lo stato dell'Arizona definì il tratto di strada tra le città di Seligman e Kingman, 150 km degli originali 4.000, come "la storica Route 66". Questo gesto riuscì a mantenere la Strada 66 in vita. Nacquero in tutto il Paese associazioni con lo scopo di conservarne intatta la leggenda.
Riapparvero i segnali stradali e fiorirono musei e negozi di souvenir. Bar e catene di fast food riaprirono, questa volta decorati con insegne stradali della Route 66. La 66 era di nuovo viva e vegeta.
Questo pezzo di storia americana, sinonimo di libertà e avventura, cominciò a essere da molti rivissuto per piacere o per nostalgia.
La maggior parte di coloro che decidono di intraprendere l'intero tragitto, scelgono la direzione storica, cioè da Est a Ovest, da Chicago a Los Angeles.
Ma è un lungo viaggio. Una strada lunga 4.000 km – o meglio 2.500 miglia come dicono in America – con qualche piccola deviazione per siti come il Grand Canyon e Las Vegas, richiede ore di guida al volante o sul sedile di una moto, preferibilmente una Harley Davidson con il manubrio più in alto rispetto alle spalle. Dimenticatevi l'autobus: non ce ne sono sulla 66! Qualcuno l'ha percorsa in bicicletta, altri sui pattini in linea; con qualsiasi veicolo ci si impiegano comunque due settimane a ritmo sostenuto e dalle tre alle quattro settimane prendendosela comoda.
Completare l'intero tragitto della 66 è comunque roba da puristi. Alcuni degli Stati attraverso cui passa la Route non sono di alcun interesse turistico e a meno che non ci si consideri appassionati di motori e di vita americana, guidare per centinaia di chilometri senza trovare altro che fast food e motel, può diventare dopo qualche giorno molto noioso.
Al turista medio, desideroso di sogni e diversità, è consigliata la parte di Route 66 che attraversa la California e l'Arizona. È semplicemente magica. È il paese dei deserti e dei canyon, delle città fantasma, dei rodei, dei cowboys e degli indiani. È anche il paradiso dei motociclisti e dei giocatori di biliardo. Questa strada è ricca di cittadine in stile anni '50 con i loro motel dai neon lampeggianti e i ristorantini dai colori acidi. La 66 attraversa anche un infinito territorio popolato solo da qualche cactus a interrompere la linea dell'orizzonte. Inoltre il cielo notturno offre lo spettacolo più straordinario che si possa immaginare.
Gli amanti della natura, degli spazi e della libertà troveranno in questa parte d'America quello che cercano. Qualunque stato si scelga di visitare, bisogna comunque ricordarsi che la Route 66 ufficialmente non esiste più ed è stata cancellata da ogni carta geografica statunitense. Si raccomanda dunque di procurarsi cartine più specifiche e dettagliate, dato che in molte zone la strada diventa impegnativa. Ponti inesistenti, tratti molto stretti, laghi, fattorie e proprietà private da attraversare, tratti di strada interrotta.
Tutto questo potrebbe indurre a fare dietro front. E qualche volta è necessario prendere la superstrada che non è mai troppo lontana, sempre che la si trovi. Poiché i segnali e i cartelli non sono più sotto la responsabilità delle autorità, ma vengono controllati da associazioni private, qualche volta non sono attendibili.
Si consiglia dunque di non seguire i cartelli originali se preceduti da un altro cartello con su scritto "the end". È facile infatti perdersi nel deserto oppure finire su strade interrotte. Ma non perdetevi d'animo. La strada continuerà un po' più avanti dopo qualche piccola deviazione.
Un altro piccolo consiglio prima di partire: non aspettate l'ultimo momento per fare il pieno di benzina. Potrebbero passare anche 300 km tra una stazione di servizio e un'altra. Tuttavia, nel caso in cui si rimanga senza benzina, gli americani sono molto disponibili e si fermano sempre quando vedono una macchina in panne sul ciglio della strada. C'è un solo problema: la Route 66 non è molto trafficata!
Non fatevi però scoraggiare. Questo è un magnifico viaggio attraverso la storia e il sogno americano. Fate buon viaggio e… 'get your kicks on Route 66'!
Tre fermate
Oatman è una piccola città nel lontano West, fra le montagne dell'Arizona. Due file di case in legno costeggiano la strada per la lunghezza di un chilometro, con qualche baracca sparsa qua e là. Da quando chiusero le miniere (che possono essere visitate) nel 1942, solo pochi residenti rimasero a gestire i loro piccoli negozi di souvenir e il solo albergo della città, è l'Otman Hotel, famoso per aver ospitato, nella stanza 15, Clark Gable e Carole Lombard nella loro prima notte di nozze il 18 marzo 1939. Rallentate quando entrate in città. Gli asini, utilizzati in passato come animali da soma per trasportare acqua e materiali vari, sono ancora oggi, dopo la chiusura delle miniere, liberi di muoversi in completa libertà. I loro discendenti continuano a arrivare in città alla ricerca di carote e patatine da rubare.
Sono carini ma fate comunque attenzione. Trattasi di animali selvaggi che possono mordere o prendervi a calci.
Da visitare il bellissimo saloon con tavolo da biliardo.
Bagdad, California. Fatta eccezione per alcune rovine, la città di Bagdad non esiste più. Un'altra scomparsa dovuta alla chiusura delle miniere negli anni '40. A quel tempo la popolazione passò da 600 ad appena 20 abitanti in pochi giorni. Questo lembo di terra al centro del deserto del Mojave non è fra i più accoglienti.
Dal luglio del 1912 a ottobre 1914, non cadde una sola goccia di pioggia sulla città e la siccità si protrasse per 767 giorni. Vi chiederete dunque: per quale motivo fermarsi? Nessuno, se non per il fatto che qui fu girato il film che dalla città prese nome. Il famoso café venne distrutto da vandali nel 1968, il film venne infatti girato a 90 chilometri di distanza, sempre dalle parti della Route 66, a Newberry Springs per la precisione.
Per l'occasione il Bagdad Café venne ricostruito sulla base di un altro locale chiamato Slidewinder che ha comunque mantenuto l'insegna non originale fino al '95 diventando luogo di pellegrinaggio per cinefili. La calda atmosfera del film è stata conservata assieme alle foto di scena e ai ritagli di giornale sulla pellicola; fuori, la vecchia cisterna, rovinata dal vento, giace nascosta dietro il locale.
Seligman, Arizona. È in questa tipica cittadina degli anni '40 che nel 1979 venne fondata la prima associazione in difesa della Route 66, nell'attuale salone da barbiere di Angel Delgadillo. Il negozio è oggi diventato un punto turistico della Route 66. Un incrocio fra un negozio dell'usato, un negozio di souvenir e un museo malridotto. Un posto tutto da vedere. Accanto al negozio di Angel c'è quello del fratello Juan, un restaurant-café chiamato 'the Snow Cap' (cappello da neve).
Da non perdere: lo si può notare a causa di una enorme Chevrolet decappottabile con un albero di natale nel bagagliaio. Il cortile è zeppo di vecchie automobili e pompe di benzina, tutte attorno a una cabina di legno (la toilette) ricoperta di adesivi dedicati alla Route 66. All'interno, il café è pieno di stranezze e tappezzato da centinaia di banconote e carte di credito. Juan si esibisce per ogni cliente: porta il resto ai clienti sbagliati o serve enormi bicchieri colmi di ghiaccio al posto del gelato, Più lo si asseconda più lungo sarà il divertimento. Più si ride e più Juan si divertirà con voi.
Il clima
In estate caldo secco. Il termometro supera i 40°. Le temperature sono più miti in primavera ma si faccia attenzione ai tornado in Missouri, Arkansas, Oklahoma, Texas.
Autonoleggio
E' più conveniente noleggiare macchine da compagnie americane. E' necessario procurarsi il visto per portare la macchina fuori dallo Stato in cui è avvenuto il noleggio.
Fuso orario
Tra Chicago e Los Angeles ci sono tre fusi orari: il primo, o 'central time', è compreso tra Chicago e il Texas ed è sei ore indietro rispetto al meridiano di Greenwich (GMT); il secondo fuso orario, o 'mountain time', va dal New Mexico all'Arizona ed è 7 ore indietro; il terzo, 'pacific time', in California è 8 ore indietro rispetto a Greenwich. Tutti gli Stati subiscono variazioni per l'ora legale, a eccezione dell'Arizona che ha lo stesso orario della California da aprile a ottobre.