
Quando alcuni mesi fa ho parlato del fantastico Jeeg che mi sono regalato per Natale (ero stato molto, molto, molto bravo), non ho nominato nemmeno una volta il Big Shooter, ovvero la navicella tramite la quale Miwa lancia a Hiroshi i componenti del robot.

A differenza di tutti gli altri cartoni animati di quegli anni, dove i comprimari erano semplici siparietti comici o contavano come il due di coppe quando briscola è denari, nel caso di Jeeg l'apporto di Miwa è sempre fondamentale. Senza di lei Hiroshi non può completare la trasformazione, ed è costretto a combattere in forma di cyborg con tutti i limiti del caso. È vero che a lei davano missili di cartone, che solo in pochissime occasioni si sono rivelati di una certa efficacia; ma i suoi coraggiosi interventi, spesso a discapito della propria salute (le commozioni cerebrali a seguito di capocciate e conseguenti svenimenti sono infinite, praticamente una a puntata) hanno spesso risolto situazioni disperate. Considerando che erano i primi anni '70, è piacevole notare quanto la mentalità nipponica era già parecchio avanti rispetto a noi europei, avvalorando la tesi che dietro ogni grande robot (vabbè, grande… Jeeg è altro 11 metri, contro per esempio i 30 di Goldrake) c'è sempre una grande donna. Qualche volta anche carina.
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